“Sono nata e cresciuta in viale Giulio Cesare. Sentivo il fruscìo delle foglie dei platani quando spirava il vento. Pattinavo fino al Tevere e le strade mi sembravano più spaziose di adesso, i marciapiedi più larghi. Ricordo il giardinetto di piazza dei Quiriti dove andavo con mia madre come una piccola oasi, senza il traffico di adesso, senza tanti rumori. Era una città più ordinata, forse la gente le voleva più bene, ma spero di sbagliarmi e che sia solo nostalgia”.
Ricordava così Alba Gonzales, la scultrice nata a Roma il 18 aprile del 1939 e scomparsa il 18 luglio u.s. per l’acuirsi di patologie da errori sanitari, il suo rapporto con la Città Eterna.
Romana, di origine siciliana e spagnola, si affermò come Regina delle Arti: prima diplomata all’Opera di Roma, nell’immediato dopoguerra, e cantante lirica vincitrice di concorsi, dopo una stasi in cui si era dedicata agli impegni familiari, intraprese un nuovo percorso artistico nel campo della scultura.
Il dinamismo delle sue Ballerine, ad esempio, nasceva appunto dalla sua esperienza coreutica giovanile, così come dalla sua percezione dell’estetica del movimento che le conquistarono il sostegno di numerosi critici, fra cui Enrico Crispolti, Giorgio Di Genova, Mario Lunetta, Alessandro Masi, Antonio Paolucci, Giorgio Segato, Stefania Severi, Vittorio Sgarbi, Gabriele Simongini, Claudio Strinati, Mario Verdone e molti altri.
Fra i suoi collezionisti, Ennio Morricone, Nino Manfredi, Maurice Namami, Emmanuele Francesco Maria Emanuele, Roberto Wirth e Silvio Berlusconi. Quest’ultimo le commissionò per il parco di Villa Certosa “Il Labirinto della Libertà”, sette opere (sei sedili, dedicati alla Democrazia, alla Libertà, alla Solidarietà, all’Eguaglianza, al Progresso, alla Scienza e una scultura monumentale centrale, la Centaura della Libertà, sulla cui mano rivolta verso il cielo si posa una colomba.
Gangemi Editore International-Arte le dedicò a fine 2022 il volume “Alba Gonzales – Vissi d’Arti fra danza, canto, scultura e resilienza”, conversazioni con Annamaria Barbato Ricci e un’introduzione di Vittorio Sgarbi. In esso, impreziosito da un importante corredo iconografico, viene narrata la vita privata e artistica di Alba Gonzales e ripercorsa anche la storia del Premio Pianeta Azzurro, fondato dalla scultrice e da suo marito, Giuseppe Pietrantonio, nel 1989 e, fino alla sua ultima edizione, nel 2019 assegnato a personalità illustri delle arti, della cultura, del mecenatismo, del giornalismo, della musica, della fotografia.
In parallelo, cresceva a Fregene, su Lungomare di Ponente, in un suo compound, l’omonimo Centro internazionale di scultura contemporanea, voluto per accogliere non solo un museo delle opere dell’Artista, ma anche di ‘colleghi’, in un network felice dii espressioni artistiche.
La sua biografia intreccia esperienze artistiche e personali, con il fulgente baricentro di una mente in grado di catturare le emozioni e trasfonderle nella danza e nel canto lirico, prima, in età giovanile, e nella plasticità della scultura poi. Il coup de foudre per la scultura avvenne quando, dopo la nascita delle sue due figlie, si accorse di poter trasformare l’impalpabile inquietudine dell’artista che sentiva dentro in figure in cui il movimento, studiato alla scuola di danza del Teatro dell’Opera di Roma, poteva infondere l’anima al marmo e al bronzo.
Accanto all’Amore per l’arte in tutte queste sue declinazioni, c’è stato un altro grande Amore ad illuminarla: quello per il marito Giuseppe, prematuramente scomparso, uomo di rara sensibilità che l’ha sempre compresa e sostenuta, forse perché, per metter su famiglia, aveva rinunciato a seguire la carriera di tenore, pur avendo grandi potenzialità.
Un Amore tanto grande da illuminare sia gli stretti legami familiari sia da “percepirsi” nelle sue opere, incentrate su tre pilastri ispirativi: l’ironia, l’amore e il dramma. Negli ultimi anni Alba Gonzales aveva rallentato la propria attività artistica: ciò non ha impedito che, nel luglio 2023, vincesse il primo premio del I° Tour Biennale d’Europa, organizzata dalla Fondazione Effetto Arte.
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