“Chi chiede la restituzione del Discobolo Lancellotti deve passare sul mio cadavere”. Lo ha detto il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in riferimento alla notizia riportata lo scorso dicembre dal Corriere della Sera, secondo la quale i vertici della Glyptotek di Monaco di Baviera hanno chiesto di riavere il Discobolo Lancellotti, copia romana in marmo del II° secolo d.C. del celebre bronzo di Mirone.
L’opera, conservata nella sede di Palazzo Massimo del Museo Nazionale Romano, fu regolarmente acquistata da Hitler nel 1938 per 5 milioni di Lire dal principe Lancellotti, che ne era legittimo proprietario, costretto a disfarsene per volere di Mussolini, intenzionato a compiacere il Fhurer che se ne era inaghito durante la visita a Roma nel maggio di quello stesso anno.
Dieci anni dopo, a guerra finita, il Discobolo, inserito nella lista di opere d’arte trafugate dalla Germania Nazista, fece il suo ritorno a Roma per volere del Ministro Plenipotenziario Rodolfo Siviero (1911-1983).
Dell’intensa attività di recupero perseguita da Rodolfo Siviero di moltissimi capolavori del patrimonio storico-artistico nazionale trafugati dai tedeschi durante il Secondo Conflitto Mondiale tratta l’avvincente ultimo libro di Giorgio Radicati “Agente segreto 1157 La vita romanzesca di Rodolfo Siviero, un formidabile cacciatore di opere d’arte trafugate”, Prefazioni di Umberto Vattani e Raffaele Simongini, Mazzanti Libri.
La narrazione dell’incessante attività predatoria di beni artistici in Italia svolta dai nazisti durante la seconda guerra mondiale e del loro, seppur parziale e a volte rocambolesco, recupero consente all’Autore-Diplomatico di lungo corso che si è dedicato alle arti visive ed alla letteratura, pubblicando diversi libri-di tracciare liberamente il profilo e celebrare le gesta di un personaggio quasi unico nel suo genere, Rodolfo Siviero, trasformatosi in pochi anni da spia al soldo del fascismo in volontario strenuo difensore, sotto varie vesti, del patrimonio culturale nazionale, restando per molto tempo, come si dice comunemente, in paradiso a dispetto dei santi.
Nel racconto di mezzo secolo di storia vengono ricordati gli episodi più significativi del rapporto fra nazismo, fascismo, arte e cultura nonché viene ripercorsa la tragedia bellica e rievocata la lotta partigiana per poi descrivere l’azionedell’organizzazione criminale, per lo più di stampo mafioso e con ramificazioni internazionali, sorta nel dopoguerra e specializzatasi proprio nel campo del traffico clandestino delle opere d’arte, molte delle quali autentici capolavori presenti, purtroppo ancora oggi, in prestigiosi musei e famose collezioni private.
La storia è corredata da un’accurata descrizione di numerosi capolavori oggetto di desiderio, a volte anche morboso, nonché da valutazioni critiche di epoche storiche e movimenti artistici cui le suddette opere d’arte appartengono dopo essere passate al vaglio dallo sguardo, esperto e sensibile, dell’Agente 1157 Rodolfo Siviero.
Tema complesso e affascinante quello affrontato nel libro, un romanzo nel quale Radicati descrive i fatti biografici immedesimandosi in Rodolfo Siviero e scrivendo dunque in prima persona.
Si è scritto che Siviero fosse non solo un agente segreto, ma soprattutto uno “storico dell’arte”. Assolutamente vero: nel 1937-vale a dire in pieno fascismo-partì alla volta di Berlino, sotto la copertura di una borsa di studio in storia dell’arte, ovvero fasulle vesti di ricercatore universitario, per raccogliere informazioni sul regime nazista.
Sicchè è stato un agente segreto che divenne noto per la sua attività di recupero delle opere d’arte trafugate dall’Italia nel corso della seconda guerra mondiale. Non per questo è storico dell’arte e non per questo non va sottolineato il prezioso lavoro della nostra spia italiana del XX secolo che riportò in Italia opere preziosissime.
La vicenda italiana del recupero delle opere d’arte trafugate dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale ha trovato certamente in lui il suo fabulatore privilegiato,quest’uomo che ha fatto molto per l’Italia, per l’arte e la cultura.
A lui dobbiamo il salvataggio di capolavori come l’Annunciazione di Beato Angelico, la Danae di Tiziano, il Discobolo Lancellotti che ora la Germania reclama indietro.
Il libro di Radicati, con una scrittura piana, avvolgente, catturante, è un libro ricco di storia, di storie, di personaggi, di politici, di burocrati, di intrecci vari, scritto attraverso pagine attese e inattese, chiare, capaci di aprire finestre ancora poco studiate.
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