Anna Magnani, l’antidiva, il volto più carismatico e ruvido della cinematografia italiana non ha età, i suoi centodieci anni di carriera e vita, che si sono mescolati fin da giovanissima, la fanno salire sullo scalino più alto del podio internazionale.
Classe 1908, invertebrata e senza maschere, cresciuta in un quartiere periferico di Roma, Anna scopre in sé un’innata recitazione e ne fa una seconda pelle da indossare. Non conosce il padre se non quando è già diventata donna e non conosce, si può dire, la madre che la abbandona alle cure della nonna, per seguire i suoi sogni.
È da questa adolescenza tormentata, amara, non proprio leggera che l’attrice trova spunto per le sue interpretazioni, sempre così devastanti dal punto di vista umano, così sature di tutti i sentimenti che un viso può contenere.
La sua, è una storia di incontri, tre in particolare, che non solo le hanno cambiato la vita, lei sarebbe stata in grado di conquistare chiunque anche con le sue forze, ma le hanno permesso, soprattutto, di cimentarsi in tanti ruoli diversi. Forti ma dalle sfumature fragili. Intensi ma dagli epiloghi dolorosi.
Totò e Anna Magnani nella storia del Cinema Italiano restano una coppia indissolubile e amatissima. Quando entra nella Compagnia di Totò, l’attrice, ha già alle spalle una lunga ed estenuante gavetta sui palcoscenici di tutta Italia, un percorso che le permette di affrontare caratteri diversi, formarsi senza perdere l’autenticità del suo sguardo, quel cipiglio nervoso che è una sua forte connotazione. Totò diventa il suo pigmalione.
Quando Anna incontra Roberto Rossellini tutto quanto assorbito fino a quel momento culmina in un film che lascia un solco profondo nella storia del Cinema, siamo nel 45’ e il film è Roma Città Aperta, di cui diventa icona neorealistica.
Le si spalancano le porte del mondo, a quel punto, e lei recita un ruolo dopo l’altro, un sentimento dopo l’altro, con quella qualità interpretativa unica e dalla spiccata drammaticità, di cui è capace.
L’ultimo incontro, quello che ha valorizzato il periodo adulto dell’attrice, è con Pasolini. Pasolini che la inquadra in scene corte, non le solite lunghe a cui lei è abituata, dove esprime appieno ogni passaggio d’emozione. E allora ecco nascere una nuova Anna. Precisa e sospesa, impetuosa e immobile.
Dentro questi abbracci artistici, Tennessee Williams allunga la sua mano verso la Magnani. La vuole ne La Rosa Tatuata, solo lei, nessun’altra. Il ruolo di Serafina è talmente ritagliato sulla sua vena artistica e interpretativa che le vale l’Oscar come miglior attrice protagonista, la prima donna italiana su quel palco così stellare ad alzare in aria l’ambita statuetta e a dire semplicemente “A Kiss from Anna”. Nannarella.
Una mostra raccoglie tutto questo:
Centodieci (ANNI) con Lode
Teatro Quirino Vittorio Gassman
dal 27-02-2018 al 15-04-2018
Della stessa autrice:
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