Durante la presentazione del libro “Betty, sono Bruno”, il 28 gennaio 2012 all’Auditorium di Bolsena, il critico letterario e poeta Mario Mazzantini, si è rivolto alle numerose e attente persone presenti dicendo: Questo ci dà emozioni. Ha proseguito: Scrivo da sempre, cerco di interpretare le mie cose e studiare il lavoro degli altri. Dò giudizi riassuntivi. Per quanto riguarda il libro “Betty, sono Bruno” devo dire che: Prima di incontrare Lorena pensavo che ci volesse molto di più per diventare fratelli, mai disperare: merito o colpa del suo scrivere insolito, accurato nella ricerca, colto e semplice nell’attuazione dei fatti, sorprendente nei risultati, comprensibile subito nel suo manifesto senza sbavature.
Il testo ha riportato alla memoria di Donatella Baglivo – produttrice, regista ed esperta di montaggio, oltre trent’anni di esperienza nel mondo del cinema, del teatro e della televisione – un amico carissimo non più incontrato per lunghi anni e del quale non ha, nonostante le ricerche, ottenuto alcuna notizia. Donatella scrive una mail a Lorena Fiorini, scrittrice, con la quale sta lavorando a un progetto legato al libro “Betty, sono Bruno”. Il progetto è “Il viaggio di Bruno”, nato per ricordare, a ottant’anni dall’entrata in guerra dell’Italia, il soldato e prigioniero di guerra Bruno Fiorini che ha, forzatamente, percorso 40.000 chilometri partendo dalla Libia, per attraversare l’Egitto, spostandosi in Sud Africa, infine la Scozia.
Ciao Lorena,
ti voglio raccontare una storia vera.
Tanti anni fa, forse cinquanta, ero molto giovane, facevo molti viaggi all’epoca.
Avevo iniziato a lavorare in America, volevo anche andarci a vivere in America. Mi facevano un sacco di proposte di lavoro, piacevano molto i miei film e volevano farmi fare l’attrice, per questo mi facevano tanti provini.
Mi invitavano ai festival più importanti, per presentare i miei lavori, anche al FILMEX di Los Angeles. A quell’epoca ero una delle prime registe donne italiane che venivano invitate ai festival internazionali e sono stata la prima regista italiana a presentare i film all’università di HARWARD.
Perché ti sto raccontando tutte queste cose? Ora ti dico.
Un giorno prendo l’aereo per Los Angeles, e durante il viaggio conosco un dirigente dell’Alitalia, che
lavorava sull’aereo, era molto simpatico, si siede accanto a me e abbiamo parlato tutto il tempo, da Roma fino a Los Angeles. Mi ha raccontato la sua vita e io la mia. Abbiamo parlato del nostro lavoro, lui era molto interessato al mio lavoro. Poi mi ha raccontato la cosa che gli piaceva fare di più nella vita: scrivere poesie. Gli chiesi se poteva recitarmene una, ricordo che ne recitò almeno una decina, erano molto belle, le leggeva veramente bene, con una bella voce profonda.
Siamo diventati molto amici, sono andata anche a casa sua e ho conosciuto la sua famiglia, l’ho frequentato, sicuramente ho tutti i suoi libri. Andavo a tutte le presentazioni di libri e anche alle premiazioni.
Ogni volta che dovevo partire, mi faceva trovare il posto in prima classe, anche se lui non era sul mio volo. Insomma, una persona meravigliosa.
Questa te la devo proprio raccontare. Un giorno sono partita di nuovo per l’America, l’ho chiamato per comunicargli il volo che avrei preso. Quel giorno anche lui lavorava e andava a Los Angeles. Era molto contento di fare il viaggio con me, anche io lo ero. Era il 18 maggio, il giorno del mio compleanno. Qualcuno della produzione mi accompagnò all’aeroporto con la macchina, ero in ritardo, come al solito, dovevo consegnare un lavoro in RAI prima di partire. Lungo la strada per Fiumicino trovo un incidente, ricordo una macchina contromano, era tutto bloccato. Ero certa di perdere l’aereo. Non c’erano i telefonini, non potevo chiamare nessuno. Mario non potevo avvisarlo, lui sapeva soltanto che io dovevo prendere quell’aereo. Insomma per farla breve, lui non fece partire l’aereo, disse che bisognava fare ulteriori controlli, l’aereo rimase a Fiumicino per aspettare il mio arrivo. Mi imbarcai con quasi due di ritardo, appena mi vide, diede subito il via alla partenza. Dopo un po’ tutti i passeggeri cominciarono a cantare TANTI AUGURI A DONATELLA, Mario offrì da bere a tutti per brindare al mio compleanno. Fu molto emozionante, mi ricordo che venne accanto a me per brindare, lo abbracciai e piansi dall’emozione.
Questo meraviglioso poeta, sensibile e romantico si chiama MARIO MAZZANTINI. Mi piacerebbe rivederlo, sono tanti anni che non lo vedo. Lorena, ho visto che lo hai citato nei tuoi scritti. Se trovi qualche errore perdonami, non riesco a rileggere, ora sono stanca e rischio di addormentarmi sul PC. Volevo scriverti subito questo racconto, appena ho letto il nome di Mario.
Buonanotte
Donatella
Cara Donatella,
ho le lacrime agli occhi, dopo aver letto il tuo scritto e aver ricordato gli incontri con Mario e Maria Teresa, sua moglie. Io avevo una casa a Bolsena, nella quale oggi vive il mio ex marito. Mario e Maria Teresa vivevano a Porano, poco distante da Bolsena, vicino a Orvieto, in una bella casa ricca di libri. Ci siamo incontrati più volte, io ero affascinata dal loro rapporto, così vero e spontaneo, sembravano finti… Ho sempre conservato di loro un ricordo affettuosissimo. I nostri incontri erano pieni di barzellette, che lui sciorinava spesso e volentieri, di poesia e di belle cose… Nelle nostre telefonate non mancavano mai le barzellette, a volte anche un po’ spinte, che attiravano i richiami di Maria Teresa, mentre noi ridevamo divertiti. E le poesie, alcune lette appena scritte. Un giorno, non so per quali vie, non mi ricordo più, nel frattempo ho abbandonato in modo doloroso Bolsena, vengo a sapere che Maria Teresa ci ha lasciato e di Mario nessuna notizia. Amici comuni allargano le braccia. Nessuno sa che fine abbia fatto Mario. Io incontro il vice sindaco di Porano, chiedo notizie, mi promette di darmene, ma niente mi arriva. Passano gli anni, considera che il nostro ultimo incontro risale a circa 6 anni fa. Gli ultimi anni Maria Teresa e Mario venivano in vacanza d’estate, una settimana, in un albergo di Bolsena. Di lì a poco muore Maria Teresa e di Mario nessuna notizia, sembra essersi volatilizzato nel nulla. Continuiamo a interrogarci, con amici comuni, ma niente ci raggiunge. Fino a lunedì 8 aprile. Vado a Orvieto, incontro amici cari, tra questi, oltre a Silvio, che ci ha fatto recapitare quel meraviglioso “Viaggio di Bruno”, incontro una cara vecchia amica Maria Assunta, trasferitasi e ritornata da Roma, dopo la morte della mamma, nel suo paesino di nascita nei dintorni di Orvieto, e che lavora, guarda un po’, proprio nella caserma dove lavora Silvio…. Il discorso ritorna su Mario e su che fine abbia fatto. Ne parlo con Maria Assunta mentre stiamo conversando con Mauro, un civile della caserma. Ci dice che è di Porano e che si informerà quanto prima sul nostro comune Amico. A Maria Assunta mi legano, fra l’altro, le suore di Madre Teresa di Calcutta qui a Roma a San Gregorio al Celio, e anni di amicizia con scorrazzate, con la mia macchina carica di ogni ben di Dio, per portare alle suore i nostri “beni di conforto”. Lunedì siamo andate a pranzo insieme e quando torniamo in caserma – dopo aver abbracciato anche un comune amico, Stefano, che lavora nel Duomo di Orvieto e aver ritrovato quella meraviglia di luogo, Silvio per impegni di lavoro non ci ha potuto accompagnare – incontriamo di nuovo Mauro che, non solo ci dà notizie di Mario, ma ci dà anche il telefono del figlio. Il nostro Mario, dopo la morte della moglie, è ricoverato in una clinica a Celleno, poco distante da Porano… Si fa tardi e io devo tornare a Roma passando per Viterbo, per incontrare Alba Stella, Amica carissima del Premio e presentatrice di più eventi, per parlarle del nostro lavoro e per condividerlo. Vive a Viterbo e può seguirci nel nostro progetto…
Detto questo, cara Donatella, un filo leggero e prezioso, ancora una volta, ci ha unito, affetti indimenticabili attraversano la nostra vita. Quando ti sarai liberata un po’, prendiamo la strada di Celleno e andiamo, prima che sia troppo tardi, a trovare quell’uomo che tu ricordi con dedizione e che io non ho mai dimenticato e lo annovero tra gli amici più cari che la vita mi ha permesso di incontrare…. Una persona dotata di ironia e signorilità come pochi. Dobbiamo farlo, insieme. Voglio immaginare, e amo pensare ad Andrej e a Bruno, che ci hanno unito e da lassù ci seguono, ci regalano non solo la loro vicinanza, ma la preziosità di affetti mai dimenticati… incrociano per noi i fili della memoria facendoci vivere un vero e proprio romanzo!
Cara Donatella, vorrei fare, di questo nostro particolarissimo “evento”, un racconto a quattro mani prendendo spunto dai nostri scritti, e da inviare al giornale Moondo. Ovviamente se sei d’accordo…
Ti voglio bene, cara compagna di viaggio. Buona giornata
Lorena
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