Elica Balla: l’arte in tempo di guerra

Si inaugura oggi pomeriggio a Roma alle ore 17.30 alla Casa della Memoria e della Storia, via San Francesco di Sales 5, la mostra Elica Balla, l’arte in tempo di guerra (18 aprile -16 maggio 2019) che racconta la vita familiare e l’attività artistica di casa Balla attraverso i dipinti, le testimonianze e gli scritti di Elica, la minore delle due figlie di Giacomo Balla. La mostra si muove lungo un binario storico che sfiora significativi episodi della Seconda Guerra Mondiale rendendone testimonianza sia con la documentazione letteraria sia con alcune opere di Elica e di Luce Balla.

Elica Balla, Autoritratto con cielo, 1945 circa

Elica Balla: l’arte in tempo di guerra

Elica Balla (1914 – 1993) è stata l’autrice di un prezioso libro biografico Con Balla”, edito in tre volumi da Multhipla Edizioni tra il 1984 e il 1986. Da questo diario del quotidiano sono stati tratti i brani che accompagnano l’interessante nucleo iconografico di dipinti e di disegni a pastello relativi agli anni della guerra, oltre ad alcune opere dedicate alla ricostruzione post bellica. Nelle sue memorie Elica narra episodi del tempo dell’occupazione nazista di Roma. Dalle opere e dalle testimonianze di Elica Balla si ha l’impressione che la bella e talentuosa figlia del maestro futurista avesse una sensibilità limpida ed aerea, simile al soggetto che più di ogni altro amò dipingere, il cielo.

Giacomo Balla, Noi quattro allo specchio, 1945, Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale

Tratti caratteriali hanno spinto la ragazza in quel terribile 1944 a registrare, accanto alle crude testimonianze di atrocità, anche lo spirito ironico con cui il popolo romano riusciva a scherzare sugli eventi bellici. Da questo diario del quotidiano sono stati tratti i brani che accompagnano l’interessante e corposo nucleo iconografico di dipinti e di disegni a pastello relativi agli anni della guerra, oltre ad alcune opere dedicate alla ricostruzione post bellica. Nelle sue memorie Elica narra episodi legati al tempo dell’occupazione nazista di Roma, come quello del 23 marzo 1944, quando la giovane artista si trovava a pochi isolati di distanza da via Rasella dove esplose la bomba che colpì il convoglio delle forze di occupazione tedesche.

Dalla fruizione delle opere e delle testimonianze di Elica Balla si ha l’impressione che la bella e talentuosa figlia del maestro futurista avesse una sensibilità ed un approccio alla vita limpida ed aerea, simile al soggetto che più di ogni altro amò dipingere, il cielo. Questi tratti caratteriali hanno spinto la ragazza in quel terribile 1944 a registrare, accanto alle crude e inevitabili testimonianze di atrocità, anche lo spirito ironico e sdrammatizzante con cui il popolo romano riuscì a scherzare sugli eventi bellici. Le opere in mostra sono accompagnate da memorie, testimonianze e pagine del diario, trascritte su appositi supporti.

Elica Balla, Uccelli a Villa Borghese

Non si può parlare di Elica senza parlare di casa Balla e del variopinto ambiente che la casa-studio del grande futurista rappresentava. Negli anni della guerra le due figlie, pur non rinunciando alla pittura all’aperto, si dedicano a un costante ed intimo lavoro di reciproci ritratti ed autoritratti. A queste opere è stato dedicato uno spazio speciale: l’esposizione è arricchita dallo scrittoio e dalla sediolina usati dalle due sorelle, realizzati con cassette della frutta assemblate e dipinte a macchie di leopardo, secondo il gusto coloniale dell’epoca.  Inoltre sarà esposto un quadro misterioso nel cui retro, esempio dei noti quadri dipinti al verso, emerge una pittura coperta da uno strato di vernice rossa su cui Elica inscrisse firma e datazione dell’opera dipinta sul lato opposto.

Il misterioso quadro, raffigurante un uomo mentre scrive a macchina con un curioso gioco di sovrapposizione delle dita, è stato parzialmente svelato in sede di restauro ed è visibile su entrambi i lati grazie ad una struttura apposita. L’opera, non ancora studiata dagli specialisti del settore, allo stato attuale delle conoscenze è di incerta attribuzione, considerando che la casa studio di Balla era frequentata e visitata da una moltitudine di artisti. Questa vicenda ha motivato i curatori della mostra ad illustrare, attraverso immagini e relative spiegazioni, il lavoro scientifico che ha permesso la scoperta dell’inaspettato quadro e la rimozione della pellicola pittorica che ne celava l’esistenza e ora ne restituisce, attraverso un attento lavoro di pulitura, la visibilità.

Elica Balla, Vaso di fiori, 1940

All’Inaugurazione della mostra, alle ore 17.30 di oggi, insieme ai curatori Bianca Cimiotta Lami e Simone Aleandri, intervengono: Aldo Mastroianni, Storico dell’Arte – Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, Fabio Isman, Giornalista ed esperto di Beni Culturali, Manuel Barrese, Storico dell’Arte, Stefano Ridolfi, Ars Mensurae, Indagini scientifiche non invasive, tramite strumenti portatili innovativi. La mostra sarà inaugurata con la lettura di alcuni passi selezionati tratti dalle memorie di Elica Balla relative agli anni della guerra, attraverso la voce recitante dell’attrice Valentina Tomada.

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