Con Il mistero della pittrice ribelle (2021), thriller storico ambientato nel mondo dell’arte nella Firenze del Rinascimento, romanzo d’esordio, poi con La ritrattista (2022), entrambi dedicati a Piero della Francesca e alla giovane Lavinia, Chiara Montani ha scalato in brevissimo tempo le classifiche e conquistato lettori e librai italiani.
Con l’ultimo Enigma Tiziano, sempre edito da Garzanti, ci troviamo in presenza di un vero e proprio giallo storico, in cui l’ambientazione e la meticolosità con cui strade, cortili, vicoli, calli e “porteghi” vengono raccontati con minuziosa fedeltà, ci restituisce l’impressione di muoverci in prima persona per Venezia o sorprenderci con il fiato corto lungo i sentieri della Resistenza: sempre più attratti dalla protagonista Aida Lamberti, una sorta di partigiana alternativa pronta a mettere a rischio la sua stessa vita pur di portare a termine la propria missione.
Mentre i suoi amici combattono per scacciare l’invasore e liberare l’Italia, lei lavora per salvare la produzione artistica rinascimentale italiana dalle razzie naziste in quella che si potrebbe definire una “resistenza dell’arte” nazionale.
Siamo sul Lago di Garda, 1942. Appena rientrata sulle sponde del suo amato lago dopo una lunga assenza, Aida si imbatte in uno straordinario ritrovamento: un misterioso quadro, interamente ricoperto da uno strato di pittura nera. Aida è una restauratrice e la sua missione diviene quella di riportare alla luce il dipinto che intuisce essere nascosto sotto l’anonima superficie.
Ciò che scopre va oltre ogni aspettativa: mai avrebbe immaginato di trovarsi davanti a un autentico Tiziano.
È profondamente convinta che si tratti del maestro veneziano, ma deve scovarne le prove.
Così si avventura per le calli di una Venezia cupa e ingrigita sulle tracce del grande pittore.
La accompagna un esperto d’arte dalla personalità sfuggente e dalla dubbia reputazione. Aida non si fida di lui, ma al contempo è affascinata dal suo carisma e dalle sue parole, capaci di farla viaggiare attraverso i secoli. Ha bisogno di quell’uomo per portare a termine le sue ricerche, rivelatesi più complesse del previsto.
Nel frattempo, nubi inquietanti si addensano all’orizzonte. Il mondo dell’arte è sotto assedio.
I tedeschi sono collezionisti senza scrupoli, pronti a gettare ombra sulla bellezza del mondo e un colonnello nazista avido di potere intuisce che Aida non è solo una restauratrice, ma una paladina segretamente impegnata a proteggere l’inestimabile patrimonio di un paese dalla storia millenaria e gloriosa.
Nel drammatico scenario dell’Italia occupata, dove la difesa dell’arte dalle distruzioni e dai furti diventa una delle molte facce della Resistenza, Aida dovrà fare appello a tutto il suo coraggio per riuscire non solo a salvare il dipinto di Tiziano, ma anche la sua stessa vita.
Enigma Tiziano è un viaggio, anzi, più d’uno: un percorso che conduce il lettore nel mondo dell’arte rinascimentale veneziana tenendolo contemporaneamente ancorato agli anni della Resistenza e della Repubblica Sociale di Salò in un ping pong spazio temporale che conferisce al testo ritmo e colpi di scena inaspettati.
Pagina dopo pagina, Aida lavora a Venezia, si nasconde a Gargnano, si ritrova “in missione” nelle campagne emiliane facendosi sempre guidare dal grande amore che nutre verso le opere rinascimentali. In tutto questo, gli eventi la porteranno a riannodare i fili della sua vita, perdere e riscoprire l’amore, rivalutare il senso più vero e profondo dell’amicizia, trovare nuovi equilibri dentro la sua famiglia risolvendo il grande enigma del Tiziano ritrovato.
Nel sapiente intreccio tra verità e finzione “La struttura in cui ho incastonato la mia trama e i miei personaggi-spiega Chiara Montani nella nota introduttiva-quasi tutti di fantasia, è frutto di un’accurata ricostruzione. Autentici sono il contesto storico e le ambientazioni, inclusi i nomi degli edifici che furono occupati dai fascisti e dai tedeschi sulla riviera del Garda intorno al paese di Gargnano, che nel testo non viene mai espressamente citato, e dove si trova villa Feltrinelli, residenza di Mussolini durante i diciotto mesi della Repubblica di Salò”.
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