Questa parte dell’Universo è un ammasso di galassie molto diverse tra loro tenute insieme dalla gravità. Ma la forza che le tiene insieme fa molto di più, infatti piega la luce in modo da creare un anello, il cosidetto anello di Eistein.
L’anello di Einstein si verifica quando la luce proveniente da una sorgente luminosa viene piegata dall’effetto gravitazionale di una struttura o di un oggetto molto grande, in questo caso questa enorme parte di universo. Il fenomeno è chiamato lente gravitazionale e richiede che i tre partecipanti (la sorgente di luce, la struttura massiva e l’osservatore – che è la Terra) siano allineati in una configurazione a linea retta denominata syzygy.
Questo anello dunque è un caso speciale di lente gravitazionale, causato dall’allineamento esatto della sorgente, della lente e dell’osservatore. Ciò si traduce in una simmetria intorno all’obiettivo, causando una struttura ad anello. Karl Hille della NASA descrive l’immagine:
“In questa immagine, la luce proveniente da una galassia di sfondo viene deviata e distorta intorno all’enorme gruppo intermedio e costretta a percorrere molti diversi percorsi di luce verso la Terra, facendo sembrare che la galassia si trovi in diversi posti contemporaneamente“.
Einstein predisse questo fenomeno nel 1912, ancor prima della sua teoria della relatività generale. Tuttavia, non pensava che saremmo mai stati in grado di osservarne uno perché la nostra tecnologia non ne era in grado. Ma il progredire della tecnologia, a smentita dello scienziato, ha reso oggi note centinaia di lenti gravitazionali.
Ma qualcosa di ancora più sensazionale è stato scattato da Hubble alcuni anni fa: un doppio anello di Einstein, un fenomeno altamente improbabile che gli astronauti hanno avuto la fortuna di testimoniare.
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