Tanti furono gli accadimenti che vennero immortalati ne Le fotografie del 58, 68 e 78: quelle tre date -cioè- che, per il fotografo Marcello Geppetti, segnarono profondamente l’Italia. Il suo archivio, praticamente intatto dal 59 in poi, raccoglie, appunto, venti anni di storia tra Dolce vita e Mafia. Dallo spogliarello di Aïché Nana all’attentato a Aldo Moro.
Chi era Marcello Geppetti: il fotografo più sottovalutato della storia, così come lo definì l’editore di American Photo, o un semplice paparazzo italiano?
Si fa fatica a pensare ai paparazzi come a dei fotografi. Spesso non c’è tecnica ma solo audacia dietro il loro metodo di scattare immagini. Eppure questo autore raccolse molti consensi in America: dal New York Times al Time Magazine, dal Newsweek a Life e Vogue.
Come accade spesso in Italia, gli artisti hanno bisogno di affermarsi nel resto del mondo per essere apprezzati nel proprio paese di origine.
A Marcello Geppetti, sempre presente sulla scena della Dolce Vita -che poi ispirò il film di Fellini- non bastò nemmeno la stima del giornalismo americano per essere riconosciuto in Italia. Solo con la riscoperta vintage di quegli anni, dalla moda al cinema, si sono rintracciati i personaggi e sono riemerse le fotografie. Oggi, in controtendenza alle spietate critiche di quegli anni, non solo c’è stata una rivalutazione delle stessa ma l’archivio ha acquisito importanza storica.
Le fotografie del 58,68 e 78 sono tracce di memoria da tutelare. Testimoni del clamore degli anni cinquanta, delle rivoluzioni sessantottine e dei danni irreversibili che l’Italia si porta dietro dal settanta in poi. Non ultimo appunto quello spartiacque segnato dall’assassinio di Aldo Moro.
Famosissimo, tra gli scatti che portarono al successo Geppetti ma, allo stesso tempo, lo relegano a paparazzo, è il Bacio tra Liz Taylor e Richard Burton, che fece subito gridare allo scandalo. La giovanissima diva, legata in matrimonio a Eddy Fischer venne immortalata in un momento privato destando quell’attenzione mediatica che faceva breccia, che creava dipendenza, il gossip, intavolava discussioni nei salotti.
Eppure, Marcello Geppetti, nel raccontare lo scandalo, nel documentare i moti rivoluzionari, l’ascesa della musica, il grande boom dei Beatles e dei Rolling Stones, non si compiace, non mette in mostra le rose ma le spine. Sono scatti veri, inquadrature che provengono dalla sua esperienza come cronista, tagli che mettono in risalto la scaltrezza più che il clamore, frammenti di vita dei divi che si contrappongono al divismo.
Le fotografie del 58, 68 e 78 rappresentano epoche molto lontane dal nostro 2018. Avevano un linguaggio speciale, c’era un fermento vertiginoso, un’intraprendenza dei giovani, massiccia. Non si riscontra quel tipo di cultura o di arte, oggi.
E, quasi, siamo lì a invidiarla a chi l’ha vissuta.
Fino al 12 Maggio 2018 al DolceVita Gallery (Via Palermo 41 – Roma) – Ingresso Gratuito
Della stessa autrice:
La Romanità Anna Magnani Fotografi Primi Mostra sulla Leica Il fotografo in Biciclettta Pasinetti Cineasta Cinecittà Le tante direzioni del Cinema Monica Vitti
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