Il brevetto de La Polaroid Corporation, formulato inizialmente solo come J-Sheet (ovvero foglio di plastica in grado di polarizzare la luce), a quasi 90 anni dal suo deposito è ancora una delle più indovinate soluzioni nel mondo della fotografia.
È alla figlia piccola di Edwin H.Land, ideatore dello J-Sheet, che si deve il passo successivo: quando la bambina chiese al padre di poter vedere subito le foto che avevano scattato insieme, l’inventore sviluppò l’H-Sheet Polaroid che condusse alla realizzazione della prima macchina fotografica istantanea.
Stessa logica che deve aver spinto nel 1996 la giapponese Casio a immettere sul mercato la prima fotocamera compatta digitale con display LCD, la QV-10.
Immagini espresse, visualizzazione degli scatti sottomano fanno parte di quelle necessità dei consumer che possono essere inserite alla voce Touch. Avere il mondo a portata di dito semplifica la quotidianità, la rende fruibile e immediata.
La Polaroid si è rivoluzionata nel tempo, proprio in previsione dei continui cambiamenti nel mondo della tecnologia.
Quel potere magico della foto che esce da una scatola analogica, diciamolo, con l’avvento del display e di tutta l’epoca del digitale, è andato sgonfiandosi. Se pure, il solo fatto di possedere una Original non ha paragoni.
E allora ecco uscire sul mercato delle Polaroid futuristiche.
La Snap Touch, ad esempio. Con un display di 3,5 pollici lascia la possibilità al fotografo di scegliere quale foto stampare e, al pari di una reflex digitale, dispone di una modalità, chiamata Photobooth, in grado di modificare le immagini.
Oppure due modelli di Polaroid che tradiscono la linea delle istantanee.
La Waterproof, subacquea, che appartiene alla famiglia delle compatte digitali e la Cube, che invece è una action camera, sulla scia delle GoPro.
Se invece si vuole rimanere ancorati nostalgicamente al passato ma possedere una Polaroid moderna la scelta è piuttosto facile: la One Step 600, modello che si fonda su quello che ha reso famosa questa piccola scatola fotografica.
Oppure anche la Snap classica, senza touch-screen, e la Pic-300 che consente alcune impostazioni manuali per la regolazione di tempi ed esposizione.
Io mi tengo strette la Supercolor 600 Original e la Land Camera 1000 Original, così, tanto per sentirmi un po’ Madonna nel film Cercasi Susan Disperatamente, con quella sensazione di anni 80’ sulla pelle e il fascino della stampa istantanea che invade i muri, gli armadi, le ante dei frigoriferi.
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