Lo scorso 6 aprile ho avuto la fortuna di essere ospite della cerimonia di premiazione del concorso Legalità e Cultura Etica organizzata dal Rotary Club. Erano presenti gli studenti di tutta Italia, con i loro sogni, i progetti che guardano a un mondo vivibile e, purtroppo, i disegni che raccontano di un pianeta ormai abbandonato.
E la conferenza, che ha preceduto la cerimonia, ha affrontato proprio il tema caldo della Legalità, questo spartiacque che segna il confine tra le buone pratiche e il malaffare.
Il Dott. Giuseppe Marchetti Tricamo, ha cercato subito di dare una risposta ai ragazzi con un messaggio forte, puntando il dito anche contro sé stesso “Stiamo sprecando il terreno rendendolo impermeabile all’acqua, cementifichiamo le periferie, riempiamo di plastiche i fiumi, i mari, utilizziamo i pesticidi, facciamo cadere i detriti spaziali sulla terra, ci circondiamo di campi elettromagnetici. Insomma, stiamo contribuendo ad ammalarci, a far sì che gli animali si estinguano, così tutto il sistema, ma qui, questi ragazzi, attraverso le fotografie e i disegni ci chiedono di bloccare l’illegalità e l’Illegalità la blocchiamo se la collettività si attiva. Il silenzio di fronte al crimine non paga. Ne usciamo, anzi, danneggiati”.
Il conduttore Rai, Roberto Giacobbo, con un aneddoto a metà tra la poesia astratta e la scienza esatta, ha voluto mettere a confronto la bellezza della natura e l’incisività dell’uomo su di essa.
“A volte” ha detto “i bambini mi chiedono quante stelle ci sono in cielo. Io allora, per dare loro un termine di paragone, gli dico di raccogliere un pugno di sabbia e poi di pensare a quanti pugni di sabbia si possono raccogliere in una spiaggia e poi a quanti se ne possono raccogliere in tutte le spiagge del mondo. Ecco, tutta la sabbia che troverete in terra, gli dico, non potrà mai eguagliare tutte le stelle del cielo, quelle saranno sempre di più”. Quindi ha aggiunto un pensiero sulla mancanza di rispetto verso tanta bellezza “La terra è una superficie fragile. Dobbiamo pensare, dello spessore su cui viviamo, come a una pellicina e dobbiamo pensare che la possiamo distruggere in un attimo, anzi, che la stiamo distruggendo, da veri folli”
L’Ing. Antonino Morabito di Legambiente ha parlato di 71 reati ambientali al giorno, cioè, tre ogni ora, una vera e propria routine di prepotenze che si consumano sotto gli occhi di tutti. E per contrastarli, afferma, si stilano rapporti, si argina la corruzione, si presidiano le aree più a rischio ma, spesso, per tutelare il bene di tutti qualcuno ci rimette la vita. E chi agisce per la Legalità non deve morire.
Il presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, a tal proposito, ha raccontato di come, lui stesso, vittima di un attentato, abbia rischiato di morire per aver fatto sottoscrivere, a tutti i Prefetti della Sicilia, il Protocollo di Legalità sugli affitti dei terreni. E che se oggi era lì, davanti a noi, lo doveva alla sua scorta e alla macchina blindata. Poi riallacciandosi al pensiero poetico di Giacobbo ha concluso dicendo “Ma, l’unico mezzo che conosco per andare contro le mafie, è fare il mio dovere, e quando arrivano i risultati, perché credetemi, arrivano, si capisce chiaramente che, così come ci sono più stelle che granelli di sabbia, su questa terra ci sono anche più onesti che disonesti”.
Per combattere la disonestà, ha proseguito poi il Prof. Francesco Nuvoli dell’Università di Sassari, i residenti in capo a un comune devono necessariamente essere informati, sapere, ad esempio, che esiste una legge, la 168 del 2017, che disciplina le terre collettive e le riconosce come beni imprescindibili e imprescrittibili. Ciò significa che qualsiasi utilità si faccia di un terreno collettivo, ad esempio un’edificazione illegale per uso privato, questo, subisce irrimediabilmente una trasformazione anomala o meglio un’alterazione del suolo. E le conseguenze di ogni abuso ricadono su tutta la comunità, perché è la comunità a essere privata dei benefici economici, sociali e solidali che un terreno avrebbe potuto renderle.
Quindi, come aveva anticipato il Dott. Tricamo, lo stare in silenzio non porta più da nessuna parte. Prendere coscienza equivale a attivarsi. È la comunità, oggi, a fare la differenza. Siamo tutti chiamati a collaborare contro il mancato decoro di qualcuno, gli abusi di qualcun altro.
E in realtà, questa rete inizia a esistere, ci ha confermato il Dott. Antonio Canu del WWF Italia, soprattutto se si pensa che siamo il paese con il più alto tasso di biodiversità in Europa. Ciò significa che in molti applicano le buone pratiche. Il concetto di cultura alla Legalità si sta diffondendo.
Sempre a conferma di questa analisi, l’Ing. Antonio Venditti ha precisato che la sensibilità sta prendendo il sopravvento sull’illegalità e che sempre più flussi di persone si muovono in modo solidale verso l’ambiente, attivando diversi canali e azioni pratiche.
Certo, per i giovani è fondamentale confrontarsi su tanti e diversi argomenti. Avere la possibilità di paragonare esempi positivi a esempi negativi, comprendere che i danni derivanti dai propri comportamenti influiscono sul futuro del sistema. In qualche modo anche loro sono una grande comunità in crescita.
Questa ricerca li preparerà a essere cittadini migliori e genitori più sereni. Se un bambino, oggi, disegna il nostro pianeta come una palla di plastica e gli uomini confinati dietro delle mascherine, il problema è di tutti. Non solo degli scienziati e dei politici, ma dei singoli, vigilanti per necessità dei comportamenti altrui.
Stringiamolo un pugno di sabbia o di terra, forse capiremo l’importanza dell’equilibrio tra noi e le stelle.
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