Si avvicina il fine settimana e allora eccoci qua a proporti due libri! Cambiamo genere, dai romanzi rosa a quelli gialli!
Non si può morire la notte di Natale di Enrico Ruggieri, 153 pagine, non recentissimo, anno 2012. Perchè l’ho scelto? Perchè la storia inizia la sera di
natale a casa di Giorgio Sala, dove si ritrova tutta la sua famiglia composta da un’ex moglie, Carola, con cui ha un apparente rapporto amichevole. I suoi figli Giorgio J. e Vittorio, che stimano più o meno il loro padre.
Un attore con un discreto successo professionale, ma con una situazione familiare tutt’altro che serena. Finita la cena di natale Giorgio tenta il suicidio. Viene trovato ancora in vita e viene salvato quasi miracolosamente, rimanendo infermo e, temporaneamente, incapace di parlare. Un attore senza la voce e con un volto deformato dal tentato suicido cosa e come potrà vivere? Alla ricerca di questa e di altre risposte, che volutamente non vi voglio anticipare, il libro si trasforma in un doloroso viaggio all’interno dell’esistenza di Giorgio. Lo stile è moderno e realista, perfetto da leggere sotto l’ombrellone, anche con i bambini dell’ombrellone accanto che urlano! Potrei definirlo poco impegnativo e, in alcuni tratti, anche troppo semplicistico. Attenzione però al finale!!! No tranquilli non vi anticipo nulla, ma a me ha lasciato un po’ l’amaro in bocca, ho girato pagina sperando ci fosse un altro pezzo da leggere.
Secondo me dovrebbe bastarvi la curiosità di leggere un libro scritto da un cantante per farvelo comprare! Non vi basta? Allora posso aggiungere che Ruggieri riesce a raccontarci, in maniera molto scorrevole, un intero anno di vita del nostro protagonista. Il tutto senza renderlo noioso, ripetitivo o banale. Sono 153 pagine che scivolano via veloci. Considerate che l’ho letto durante un viaggio in treno, alta velocità, Roma-Milano.
Ho saltato qualche pagina? Purtroppo sì ..ero troppo curiosa di riuscire a capire chi fosse….
Cosa non mi è piaciuto? La differenza tra l’inizio molto intrigante e interessante, che ha perso piano piano di originalità per arrivare ad un finale poco intrigante che lascia un pò l’amaro in bocca.
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