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“Margini”, grande successo per la rassegna culturale alla sua prima edizione

Il fine settimana appena trascorso, ha visto l’esordio di un evento che ha scandito con qualità il tempo delle giornate di venerdì 17, sabato 18 e domenica 19 Maggio in una location di eccellenza che è stata quella di Palazzo Farnese a Caprarola.
Una rassegna culturale alla sua prima edizione, dal nome “Margini”, ha visto nel territorio della Tuscia la partecipazione di importanti nomi legati alla contemporaneità e ad ambiti diversi tra loro, mostrando un carattere incisivo pur essendo una nuova nata.

Rassegna culturale “Margini” presso Palazzo Farnese a Caprarola

“Margini”, evento realizzato dall’associazione culturale “Le città invisibili”

Quello di cui sopra è un evento realizzato dall’associazione culturale “Le Città Invisibili” in collaborazione con il Polo museale del Lazio e dimostra la crescita del gruppo negli ultimi anni. L’associazione nata due anni fa ha, ad oggi, la sede a Caprarola proprio nel centro storico ove si cerca (e ci si riesce) di portare fermento culturale anche con collaborazioni importanti con altre associazioni, come ad esempio quella di Legambiente o con la Compagnia Teatro Popolare “Peppino Liuzzi”.
Una associazione con circa 50 soci e della quale io ho avuto il piacere di conoscere tre membri: Simone, Sara e Valentina. Tre ragazzi volenterosi ai quali si deve, insieme ovviamente agli altri componenti del gruppo, la pianificazione di questa rassegna che si pone come obiettivo, quello di portare in provincia la cultura legata a tematiche di attualità e all’importanza dei diritti, dando voce a giornalisti, docenti, scrittori ed intellettuali che hanno avuto il modo di esprimersi all’interno di un gioiello rinascimentale come Palazzo Farnese.

Tre sono stati i momenti di approfondimento: tutto è iniziato venerdì 17 maggio con un incontro dal titolo “Ogni 7 minuti. Storie di donne tra violenza e riscatto”, poi è seguito l’incontro di sabato 18 intitolato “Una vita per i diritti. Dialogo con Luigi Manconi”, infine domenica 19 Lucio Caracciolo, Fabrizio Maronta, Maurizio Ridolfi e Manuel Anselmi hanno curato il dibattito nato in seno all’evento denominato “Pesi massimi. La sfida finale della democrazia.”
Molti anche i partner e le istituzioni che hanno sostenuto la rassegna “Margini”: citiamo la Regione Lazio, la provincia di Viterbo, l’Università della Tuscia, il Comune di Caprarola, l’Arci, il Polo Museale del Lazio, la rivista Limes, la Società Italiana delle Storiche e Differenza Donna.

“Margini”, grande successo per la rassegna culturale alla sua prima edizione

Qual è lo scopo della rassegna?

Ma soffermiamoci sul concetto di Margine, che ha dato appunto il nome all’evento.
Nelle domande che ho posto a Simone Olmati, presidente dell’associazione “Le Città invisibili”, ho cercato di comprendere l’importanza della comprensione di questo concetto e di cui ora, tanto si dibatte non solo intendendolo come frontiera, ma anche come linea di separazione sociale e culturale tra la periferia ed il centro città.
Ed infatti, lo stesso Simone ha sottolineato come uno degli scopi della rassegna, è stato proprio quello di eliminare o almeno ridurre il gap culturale che c’è tra la città e le realtà più piccole, accentuando l’eccezionalità e la qualità che si trova anche in contesti minori (demograficamente parlando).

Obiettivo assolutamente centrato grazie all’impegno dei membri dell’associazione, delle istituzioni sopra citate e della cornice di eccellenza che, come esposto in apertura dal sindaco di Caprarola Eugenio Stelliferi e dall’architetto e direttore di Palazzo Farnese, Marina Cogotti, rappresenta un vanto non solo per il paese, ma per l’Italia tutta e per il suo patrimonio artistico.
Nello specifico io sono stata presente al primo incontro del venerdì, dove con piacere ho assistito ad un evento incentrato sulla violenza di genere e sulle sue agghiaccianti conseguenze. Un panel composto interamente da donne ha tenuto il discorso su livelli altissimi ed emozionanti, toccando temi legati alla storia della violenza sulle donne, agli aspetti psicologici, alla sessualità e alla misoginia.

“Margini”, grande successo per la rassegna culturale alla sua prima edizione

Donne che hanno parlato di diritti e delle liberazioni femminili; storiche, ricercatrici e donne delle istituzioni, hanno preso parte ad un confronto vivace e partecipato ove si è fatta notare la presenza di centri da sempre impegnati in queste lotte, un esempio ne è il centro antiviolenza Erinna con sede a Viterbo.
Magistrale dunque, il contributo di Laura Schettini, Simona Feci, Elisa Ercoli, Marta Bonafoni, Teresa di Lernia e Paola Stelliferi.

Ed è con l’ultimo intervento, quello di Marta Bonafoni (Regione Lazio – Consigliera delegata alle Pari opportunità) che si scopre il vero e profondo senso di questo incontro.
Quando Marta propone una unione, una collaborazione tra le associazioni e gli enti presenti in sala, una partecipativa direttrice del Palazzo Farnese, Marina Cogotti, risponde: “Siamo entusiasti e disponibili, il Palazzo Farnese può essere un luogo di incontro per queste iniziative”.
Ed ecco il senso, appunto; la profondità di eventi come questi, pronti a contagiare con il loro entusiasmo intere sale, province, città. Ecco immettere un seme che equivale a quello della conoscenza condivisa in giovani, adulti, persone ai margini, tra chi ha accesso e chi no a tutte le sfaccettature che abitano l’epoca che stiamo vivendo.

Il contributo di Laura Schettini, Simona Feci, Elisa Ercoli, Marta Bonafoni, Teresa di Lernia e Paola Stelliferi.

Ed è in questi contesti che si dovrebbe metter luce sull’impegno e la dedizione di ragazzi di provincia (o di città) che combattono contro quel pantano culturale, quell’immobilità e quel menefreghismo che oggi sembrano dilagare, ma che non debbono infestare oltremodo un paese già afflitto dall’odio e dalla paura della diversità. Con uno stato complice che non solo alimenta la rabbia, ma allo stesso tempo reprime la libertà contribuendo ad un cortocircuito che fa girare il paese al contrario.
Encomiabile lo sforzo dei ragazzi come Simone, Sara, Valentina e di tutti coloro che si battono con armi come convegni, presentazioni, letture, dibattiti, festival e tanto altro, armi letali ma solo nei confronti dell’ignoranza, delle frasi razziste, della memoria appannata e degli stupri.
Che questi eventi, dunque, servano a montare un’onda di inarrestabile, pacifica e intelligente contestazione in un paese che può e deve essere migliore di così.

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