La Fondazione Matteotti realizza il docufilm “Matteotti e noi” a 100 anni dall’uccisione del deputato. Importante politico e attivista italiano, noto per la sua opposizione al regime fascista di Benito Mussolini, Matteotti fu eletto deputato nel 1919 e come leader della corrente riformista del PSI, si distinse per le sue battaglie contro la corruzione del governo. Il 30 maggio 1924 pronunciò un discorso alla Camera dei Deputati denunciando le irregolarità e le violenze dei fascisti nelle elezioni del 1924 e pochi giorni dopo, il 10 giugno, fu rapito e brutalmente assassinato.
A distanza di 100 anni, la Fondazione Matteotti, con il contributo della Presidenza del Consiglio, realizza il docufilm “Matteotti e Noi” per ricordare alle nuove generazioni, agli studenti di oggi che saranno la classe dirigente di domani, l’impegno politico e lo spessore culturale di un tale personaggio.
Il corto, diretto da Luca Di Cecca, prendendo spunto dalla sceneggiatura originale di Giuseppe Amari e dalle tavole a colori di Antonio Palma, racconta anche il profondo attaccamento dell’uomo per la moglie Velia, e fornisce, grazie all’attenta consulenza storico-scientifica di Stefano Caretti e Alberto Aghemo, un ritratto completo, dal punto di vista umano e civile, del deputato.
A firmare le musiche è stato chiamato Dario Vero, compositore romano che collabora stabilmente con Parlamento Europeo, Camera dei deputati, Università e Conservatorio. Il 10 giugno, proprio nella data che segna il centenario della scomparsa di Matteotti, è prevista l’uscita di “Matteotti e Noi (Original Motion Picture Soundtrack)” su tutte le piattaforme digitali.
“Sono stato ispirato dalla fermezza di questo personaggio incredibile – ha dichiarato il direttore d’orchestra che nel 2023 ha collaborato alla realizzazione del film con Tom Cruise “Mission Impossible: Dead Reckoning” – La colonna sonora ha un suono molto italiano, un approccio tipico degli anni ’70 del ‘900 che potrebbe ricordare Fantozzi (nella sua parte “dura”), ma anche Piccioni, Umiliani o Morricone. I brani sono stati realizzati da un ensemble da camera di 15 elementi che ho diretto, mixati poi con suoni elettronici. Si tratta di un tipo di elettronica “di ricerca”, con richiami ai suoni di sintesi che incontrano l’orchestra”.
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