I servizi SVod, come Netflix, fanno scendere i consumi della Tv lineare per quarto d’ora, ma non cumulativamente entro l’arco di una settimana.
Mentre la Tv lineare genera profitti tramite diverse forme di entrata (pubblicitá, on-demand, abbonamenti, vendite di programmi all’estero…), gli attuali SVoD non hanno un modello di business sostenibile perché dipendono da una sola fonte di entrata: gli abbonamenti. Ed infatti i servizi SVoD hanno un cash-flow negativo ed hanno bisogno di un costante aumento del numero di abbonati per sopravvivere. Con un mercato maturo e una maggior concorrenza, i vari Netflix saranno destinati a ridimensionarsi.
Se i canali Rai venissero privatizzati, il mercato pubblicitario italiano non riuscirebbe a sostenerli e la giá carente produzione nazionale diminuirebbe ulteriormente. Il discorso Rai dovrebbe invece concentrarsi su diversi aspetti economici e tecnologici prendendo come esempio le reti Tv americane.
Per prima cosa monetizzare meglio i contenuti. Questo dovrebbe essere realizzato su diversi livelli: pubblicitá, diritti di ritrasmissione, on-demand (VoD), abbonamenti (SVoD) e vendite all’estero (oltre al canone).
Se poi si riuscisse a ridurre i costi di produzione finanziando solamente il 40% del costo di una produzione senza diritti di vendite all’estero e si finanziasse il 100% con i diritti di vendite all’estero (ed una commissione alla casa produttrice), questo farebbe aumentare la qualitá a livello internazionale delle produzioni italiane.
Si dovrebbe poi migliorare il modello di business dei canali Rai fuori dall’Europa poiché con il modello in cui sono strutturati adesso, i canali Rai per l’estero non vengono adeguatamente monetizzati.
Queste misure non sono innovative in quanto sono giá esistenti, e come é giá stato detto, dopo la scelta dei rappresentanti politici, la Rai dovrebbe concentrarsi a scegliere alcuni dirigenti che siano davvero esperti nel settore.
Dom Serafini (www.VideoAge.org)
Meet VideoAge at Le Rendez-Vous (Biarritz), Jornadas (Buenos Aires), MIPCOM
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