Una fortuita coincidenza, assicura Raffaele Balzano, il responsabile della logistica che organizza il calendario degli spettacoli per il Roma Fringe Festival, quella che ha visto esibirsi lo stesso giorno sul palco del Piccolo Eliseo, gli unici due spettacoli, tra i 21 selezionati per questa 9° edizione, la cui drammaturgia è stata pensata intorno alla figura di Shakespeare o dei suoi personaggi immortali. Una giornata all’insegna di William Shakespeare, un nome che è sinonimo di teatro e con il quale chiunque faccia questo mestiere prima o poi finisce per confrontarsi.
Lo ha fatto con coraggio Viola Di Caprio, già vincitrice la scorsa edizione del premio come Miglior Attrice per lo spettacolo Monologo schizofrenico, che ha presentato quest’anno un progetto tutto dedicato alla figura di Ofelia, dolce, sacrificabile amore del principe Amleto. Chi è Ofelia e cosa pensava, chiusa nella sua camera, dell’inquieto Amleto che la destabilizzava ogni volta con il suo folle comportamento? Sono le domande che si è posta Viola Di Caprio a cui l’attrice e regista salernitana ha cercato di dare una risposta nel tentativo di dare a Ofelia, creatura impalpabile e quasi ultraterrena, un ruolo da protagonista, al di là dei momenti che Shakespeare a voluto dedicarle.
“Non volevo assolutamente fare uno spettacolo femminista – dichiara ironicamente Viola Di Caprio – mi scuso con il patriarcato, non era mia intenzione però è venuto così”. In un’edizione del Roma Fringe Festival che ha visto la questione femminile al centro di molti degli spettacoli in scena, La risposta di Ofelia propone un ritratto delicato e commovente di una ragazza relegata ai margini dagli eventi e dalla struttura sociale, vera protagonista di una tragedia nella tragedia.
Raccontami Shakespeare è il titolo dello spettacolo firmato dalla giovane compagnia napoletana Cercamond, che tocca la figura del bardo attraverso la vita e il lavoro di Charles e Mary Lamb, scrittori inglesi vissuti a cavallo tra il ‘700 e l’800. Prendendo spunto dalla loro raccolta di racconti Tales from Shakespeare, con la quale i due scrittori si proponevano di raccontare Shakespeare ai più giovani, il progetto affronta questioni che a due secoli di distanza suonano ancora di grande attualità.
Innanzitutto, e di nuovo, la questione femminile (Mary riuscì a ottenere, cosa per nulla scontata all’epoca, di avere il suo nome stampato accanto a quello del fratello come coautrice del libro) e poi la critica, avanzata dai fratelli Lamb ma valida in molti casi ancora oggi, verso un sistema educativo vecchio e ingessato e verso un modo di fare teatro pedante e poco autentico.
Oltre all’indagine sul lavoro e sulla modernità del pensiero dei Lamb, a rendere interessante questo progetto sono le figure stesse di Charles e Mary, fratello e sorella legati da un legame molto forte e a tratti morboso e accomunati da quella che definivano come una “tara famigliare”, ovvero la tendenza alla follia. Sara Guardascione e Andrea Cioffi ci parlano del progetto Raccontami Shakespeare e della loro esperienza in questa edizione a porte chiuse del Roma Fringe Festival.
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