Var Digital Art di Var Group al fianco di Federico Solmi: quando arte e digitale sono imprescindibili l’uno dall’altra. Fino al 28 luglio Federico Solmi è in mostra al Palazzo Donà delle Rose di Venezia con “Solmi – Ship of Fools”: il pioniere della media art torna con una mostra evento eclettica e totalizzante, curata Dorothy Kosinski e co-curata da Renato Miracco, e realizzata in partnership con la Phillips Collection di Washington, la Thoma Foundation e Var Digital Art by Var Group.
Alessandro Tiezzi, Head of Var Digital Art, ci ha parlato del ruolo di VDA come sostenitore e main sponsor della personale di Solmi, che di fatto segna il suo ritorno in Italia.
Il 18 aprile c’è stata l’opening della mostra e voi avete messo in campo grandi competenze digitali nella mostra di Federico Solmi. D’altronde Var investite nell’innovazione a favore della creatività: qual è il valore aggiunto della scienza nell’arte?
Per Var Group è un passo importante perché crede nella portata innovativa generata dalla relazione con gli artisti, con i creativi e le relative ricerche e attraverso Var Digital Art, che appunto è un hub culturale multidisciplinare, andiamo a congiungere quelle che sono le competenze di Var Group in ambito digitale che naturalmente va affiancando le imprese con il sostegno all’arte e agli artisti mettendo a disposizione attraverso l’arte le competenze che sono presenti in Var Group in ambito digitale tecnologico e realizzando progetti ed esposizioni ma soprattutto partecipando al processo creativo insieme agli artisti.
C’è proprio uno scambio tra le varie figure anche nel momento in cui si crea un’opera d’arte?
C’è una collaborazione, una contaminazione che porta a dare e a ricevere reciprocamente e si crea una situazione di commistione che ci permette di realizzare delle forme espressive innovative.
Federico Solmi ha dichiarato che la collaborazione con il vs gruppo è stata naturale poiché sapete da sempre guardare al futuro. Qual è l’idea di futuro che intendete plasmare, anche – ma non solo – nel mondo dell’arte
L’arte rappresenta quelli che sono i cambiamenti e la contemporaneità di un determinato periodo e il periodo in cui noi viviamo è sicuramente caratterizzato dalla tecnologia e dal digitale, che è pervasivo nella nostra vita di tutti i giorni sia a livello personale che a livello lavorativo. Quello che ci piace fare e che sentiamo di portare, è un contributo al mondo dell’arte ma assieme agli artisti proprio per rappresentare la contemporaneità che si proietta al futuro attraverso il digitale.
Intelligenza artificiale, realtà aumentata e virtuale e altre tecnologie sono oramai pane quotidiano nell’arte contemporanea: come sta rispondendo l’Italia a questa grande rivoluzione? Immaginiamo un po’di scetticismo e spavento per qualcosa che ancora non si conosce ma anche tanto entusiasmo, no?…
Sì, sicuramente è un percorso quello che sta avvenendo, cioè il digitale si sta sempre più evolvendo così come anche i fruitori, gli spettatori si stanno sempre più anche avvicinando e capendo questo tipo di espressioni che attraverso le tecnologie e il digitale siamo in grado di realizzare.
La tecnologia permette di realizzare opere sempre più eclettiche e devo dire che nella collaborazione con Federico Solmi è scoccata la scintilla in maniera veramente naturale proprio perché Federico rappresenta questa ecletticità che va dalla sua capacità di utilizzare tantissimi linguaggi sia a livello pittorico che utilizzando le ceramiche piuttosto che appunto il digitale.
Federico è un artista veramente eccezionale, ha un genio, una creatività pazzesca e quindi anche il pubblico, con opere e mostre di questo livello, sicuramente si avvicina al mondo dell’arte contemporanea. Il nostro ruolo è sicuramente anche far conoscere a tutti la bellezza che si può generare attraverso queste opere. Poi nel caso di Federico abbiamo avuto anche un ruolo primario nel processo creativo. E infatti ha realizzato la prima scultura olografica che è presente in mostra e che è nata dalla sinergia dell’artista con le nostre competenze digitali.
Ci sembra, infatti, una sinergia ben riuscita che sta dando i suoi frutti nel responso generale
All’apertura i riscontri sono stati veramente molto intensi, quasi anche di stupore, come se gli spettatori non si aspettassero una cosa così bella, impattante e stimolante. L’effetto WOW: in questa mostra si percepisce come il digitale sia immerso nella fisicità e ciò porta questo tipo di percezione molto molto bella e positiva.
Ci sono tantissimi artisti digitali italiani che fanno molta ricerca, sperimentazione e anche delle opere effettivamente di grandissimo livello: questo ci permette di posizionarci molto avanti rispetto ad altri Paesi.
Una considerazione finale?
Oltre al nostro ruolo di main sponsor e co-organizzatori della mostra “Ship of Fools”, siamo assolutamente orgogliosi di aver realizzato questo progetto con la collaborazione e la partecipazione di due istituzioni veramente importanti a livello internazionale come la Phillips Collection e la Thoma Foundation.
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