Come ci descriveresti in anteprima “Conversations with Blue Gold”? Che tipo di opere devono aspettarsi di vedere i cittadini di Grosseto dal 25 giugno in poi?
Conversations with Blue Gold è una mostra di sculture a cielo aperto, disseminate tra le vie del centro storico di Grosseto, tra Piazza Dante e il giardino dell’Archeologia. Sei opere monumentali, realizzate con la tecnica innovativa del wrapping, per raccontare il tema dell’emergenza idrica grazie all’unione di fotografia e scultura. La mostra si configura come una riflessione sul tema dell’oro blu, ovvero la riserva di acqua potabile presente sul nostro pianeta. E’ da qui che prende le mosse il mio racconto: immagini fotografiche dai colori accesi, scattate durante i miei viaggi, prendono corpo aderendo a bocche classiche, scudi, piramidi e altre forme scultoree ispirate al periodo ellenico. Tredici sono le fotografie scelte per raccontare l’importanza di tutelare una risorsa così preziosa come l’acqua, dimostrando i rischi della sua scarsità. Immagini di una natura incontaminata dove l’acqua sgorga rigogliosa dalla fonte come in #FountainOfLife o, al contrario, situazioni drammatiche di carenza d’acqua come in #Earth’sTears dove preziose gocce d’acqua, come lacrime, si insinuano tra le labbra carnose di una bocca per dissetarla.Invece, in #TheBlueOasis, le quattro facce della scultura piramidale si prestano a raccontare il lungo viaggio dell’acqua potabile, dalla sorgente, in alta montagna, alla pianura fino al rubinetto.
La tua tecnica, al confine fra scultura e fotografia, regala alle immagini una terza dimensione: da dove ti è arrivata l’ispirazione per metterla in pratica?
Ho sempre avuto una grande passione per la fotografia, sin da bambino. Ho iniziato a scattare giovanissimo tuttavia, dopo aver sperimentato le possibilità creative del mezzo fotografico, ho capito che volevo andare oltre, oltre l’immagine. Superare i confini dell’immagine bidimensionale per dare corpo alla fotografia, attraverso la forma. Il mio amore per la scultura classica mi ha suggerito la strada da percorrere. Grazie alla tecnica innovativa del wrapping, sono riuscito a trasformare i miei scatti in sculture e installazioni ambientali, creando un ponte tra arte classica e arte contemporanea. Negli anni, ho sperimentato diverse forme e supporti scultorei, rendendo la mia narrazione sempre più complessa e articolata. E’ quello che accade in #TheElixirOfLife, una scultura a doppia piramide sovrapposta: la prima, rivestita di immagini fotografiche, racconta il viaggio silenzioso dell’acqua attraverso ruscelli, cascate e antichi acquedotti che convogliano questa preziosa risorsa nei bacini di raccolta, per poi distribuirla tramite la rete idrica; l’altra, lucidata a specchio, cattura e riflette il mondo che la circonda come un grande caleidoscopio di luci e colori, permettendo al fruitore di specchiarsi al suo interno e divenire parte dell’opera.
Jack Braglia sta già lavorando alle sue prossime opere? C’è un tema in particolare che vorresti sviluppare?
L’acqua è una tematica di cui sicuramente si parlerà molto nei prossimi anni. Mi piacerebbe sviluppare di più questa mia ricerca legata all’acqua, facendo luce sulle conseguenze della crisi idrica. In futuro mi piacerebbe occuparmi di altri temi cruciali per il pianeta come il surriscaldamento dei mari, la protezione delle specie marine e lo scioglimento dei ghiacciai.
Un altro aspetto importante che riguarda la mia indagine artistica è la continua ricerca di forme scultoree nuove sulle quali dispiegare il mio racconto per immagini. Non ho ancora individuato il prossimo progetto, ma sono sicuro che mi verrà presto un’idea importante: l’obiettivo è sempre stimolare una riflessione in chi osserva.
La mostra di Grosseto è collegata ad una donazione per supportare il progetto di La casa dei pesci di Talamone: ti va di parlarcene?
Insieme alla mia attività di ricerca artistica, mi sono sempre preoccupato di sostenere in prima persona l’ambiente e le tematiche che affrontavo con la mia arte come l’inquinamento dei mari, lo sfruttamento delle risorse e il cambiamento climatico, attraverso azioni concrete per tutelare il mare e la società in cui viviamo, supportando progetti in vari territori. Per questo, negli anni ho svolto attività di volontariato in Africa e fatto tante collaborazioni con Legambiente e altre associazioni che condividevano i miei stessi valori. Sono arrivato in Maremma per conoscere l’attività di Casa dei Pesci, un’associazione con un progetto bellissimo di tutela del mare contro la pesca illegale, che protegge collocando sculture sui fondali marini della costa. Grazie a quest’incontro con Casa dei Pesci ho conosciuto l’amministrazione di Grosseto, una città che nei secoli ha avuto sempre un rapporto molto complesso con l’acqua. Abbiamo così deciso di sviluppare questo progetto insieme. L’acqua, il cosiddetto Oro Blu, e’ una tematica su cui lavoro da tempo…sin dalla mia prima collaborazione con Legambiente a sostegno del progetto TartaLove per la tutela delle tartarughe marine. A Grosseto ho avuto occasione di sviluppare questa mia riflessione sull’acqua potabile, un bene prezioso per il pianeta, in un momento storico senza precedenti in cui la siccità ha messo in ginocchio la terra e l’agricoltura. Insieme alla Fondazione Gabriele e Anna Braglia di Lugano supporto il progetto di Casa dei Pesci con una donazione di 5.000 € che permetterà di mettere in mare altri blocchi scultorei per implementare il loro Giardino dell’arte sottomarino, a difesa dell’habitat marino della costa.
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