Settembre a teatro è un mese cruciale, per la partenza delle nuove stagioni, diamo uno sguardo all’offerta di drammaturgia contemporanea.
Si sa, tra gli esercizi che più hanno sofferto a causa delle misure di contenimento della pandemia messe in atto dal governo ci sono i teatri. La situazione a Roma è ancora piuttosto incerta, tra chiusure definitive (Cometa), e strutture che faticano a ripartire (Eliseo su tutti) la grande macchina del teatro si sta rimettendo in moto (anche se c’è chi non ha mai smesso di fare attività).
A un anno e mezzo dal primo lockdown, tra le proteste dei no vax, timidamente e con fatica proviamo a ristabilire una parvenza di normalità e a riprendere le nostre abitudini. Compresa quella di andare a teatro.
“La drammaturgia è l’arte di scrivere drammi. Con lo stesso termine viene identificata anche la produzione letteraria e la poetica teatrale di un determinato drammaturgo, che è colui il quale scrive testi per il teatro. Questi testi compongono la letteratura teatrale” (fonte Wikipedia).
Quando aggiungi il qualificativo contemporanea le cose, soprattutto in Italia, si complicano. Si avverte un generale scetticismo, un atteggiamento spesso respingente che rischia di pesare sul botteghino. Eppure, se il teatro è un luogo d’elezione per l’indagine sul reale, allora è proprio alla drammaturgia contemporanea che dobbiamo guardare per provare a capire chi siamo e dove stiamo andando.
Abbiamo guardato ai cartelloni proposti per la stagione 2021/2022 dai teatri romani, selezionando, per il mese di settembre, tre importanti appuntamenti con la grande drammaturgia contemporanea.
Dal 17 al 19 settembre al Teatro Argentina per Romaeuropa Festival arriva Pieces of a Woman, con il testo di Kata Wéber e la regia di Kornél Mundruczó. Ambientata a Varsavia, la vicenda ruota intorno alla trentenne Maja e al suo dolore per la perdita della figlia, morta durante un parto in casa. La tragedia innesca una serie di reazioni che coinvolgono tutta la famiglia incrinandone i rapporti e facendone emergere tutti i latenti conflitti.
Pieces of a Woman è stato recentemente acclamato dalla critica nella sua trasposizione cinematografica. La protagonista, interpretata dalla britannica Vanessa Kirby, per questo ruolo ha vinto la Coppa Volpi alla Mostra di Venezia nel 2020 e ricevuto una candidatura agli ultimi Oscar.
A curare copione e regia sono stati gli stessi Wéber e Mundruczó che sono riusciti a creare un perfetto adattamento filmico della loro originale opera teatrale prodotta da TR Warszawa.
Ci si aspetta di vedere a teatro la stessa lucida e partecipata analisi del dolore vista al cinema. Al Teatro Argentina in prima nazionale dal 17 al 19 settembre.
Dal 24 settembre al 3 ottobre al Teatro Quirino, Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa, con la regia e la drammaturgia firmate da Eugenio Barba, Julia Varley e Lorenzo Gleijeses.
Il progetto è prodotto dal Nordisk Teaterlaboratorium (ramo produttivo dell’Odin Teatret), in collaborazione con il Teatro Biondo di Palermo e con la Gitiesse Artisti Riuniti. Come si evince dal titolo l’opera prende spunto da La Metamorfosi di Kafka e dal suo protagonista.
Qui Gregorio Samsa è un danzatore ossessionato dalla precisione tecnica dei propri movimenti, che ripete e ripete maniacalmente. Fino a quando “il suo perfezionismo – come spiega lo stesso Gleijeses – lo catapulta in un limbo in cui si erodono i confini tra reale e immaginario, lavoro e spazio intimo, tra teatro e vita quotidiana.”
Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa è la prima e unica regia di Eugenio Barba al di fuori dell’Odin Teatret, l’ormai leggendario gruppo danese con sede nella piccola città di Holstebro, fondato da Barba nel 1964. Al Teatro Quirino dal 24 settembre al 3 ottobre.
Sempre il 24 settembre debutta in prima nazionale Peng, commedia del 2017 firmata dal drammaturgo tedesco Marius Von Mayenburg. Con questa commedia si apre la stagione 2021/2022 del Teatro Vascello, notoriamente attento alle nuove drammaturgie.
“Con Peng – si legge nella scheda di presentazione dello spettacolo – si costruisce un’atroce metafora politica. Un’indagine drammatica sulla nascita di una nuova generazione di uomini forti. Leader politici pregni d’amore incondizionato per le proprie nazioni, capaci di dare risposte molto semplici a problemi incredibilmente complessi”. Non è un caso che Marius Von Mayenburg abbia scritto Peng all’indomani dell’elezione di Donald Trump alla Presidenza degli Stati Uniti.
L’allestimento di questa prima edizione italiana di Peng, con la regia di Giacomo Bisordi, è un adattamento della commedia di Mayenburg alla realtà italiana sotto forma di un documentario teatrale. L’opera prevede anche la partecipazione della padrona di casa Manuela Kustermann. Dal 24 settembre al 10 ottobre al Teatro Vascello.
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