Con questo articolo inauguriamo una nuova collaborazione con Paolo Lillini. Paolo, classe ’99, filosofo in erba, è amante della letteratura, dei libri e del teatro. La collaborazione con Moondo ci darà la possibilità di conoscerlo meglio e di apprezzarne i suoi “Consigli di Lettura“.
Titolo: “Espiazione“
Autore: Ian McEwan
Edizioni Einaudi, Torino 2015
Pagine 381
Ian McEwan (Aldershot, 1948) è ritenuto dalla critica internazionale uno degli autori più importanti e rappresentativi della letteratura contemporanea. Tra le sue opere più lette ed apprezzate figura “Espiazione”, da cui è stato tratto un film del 2007 diretto da Joe Wright, con Keira Knightley e James McAvoy.
Briony Tallis è poco più di una bambina quando, in un caldo pomeriggio dell’estate del 1935, accusa un innocente di un infamante crimine, cambiando per sempre la vita di tutti coloro che le stanno attorno.
Ha una fervida immaginazione Briony, che la porta a rifugiarsi in un mondo tutto suo, fatto di storie fantastiche, di creature di carta e di mirabolanti avventure. Tutto ciò ha il potere di sottrarla alla monocorde esistenza, seppur avvolta da una patina di perfezione, di una famiglia dell’alta borghesia inglese; ma sarà anche la causa di un processo sommario, basato su fraintendimenti ed incomprensioni, che la sua mente infantile riserverà al giovane amante di sua sorella.
Questo romanzo di McEwan è una lettura particolarmente impegnativa perché l’autore affronta la storia che racconta e i suoi protagonisti dosando sapientemente sentimenti e passioni, coniugandoli con una visione alquanto disillusa e obiettiva della realtà. Da questo punto di vista “Espiazione” è un esempio emblematico, poiché, nonostante la crudezza delle vicende e il clima di tensione emotiva in cui viene traslato il lettore, è sempre possibile cogliere nelle pagine del romanzo una forma, seppur embrionale, di speranza.
E questa speranza è racchiusa nella nobile arte della Scrittura – “Forma sofisticata di silenzio”, come afferma Baricco – e nella possibilità di riscattarsi e di “espiare” colpe rimaste impunite nella vita reale. McEwan consente alla sua protagonista di redimersi e di assicurare, almeno su carta, un lieto fine.
Degna di nota anche la descrizione, tristemente realistica, dei più tragici eventi che scandirono il Secondo Conflitto Mondiale, grazie alla quale l’autore riesce a calarci in un passato nemmeno tanto remoto, consentendoci di toccare con mano l’orrore di cui l’uomo è in grado di diventare promotore ed esecutore.
Una lettura che ci rende consapevoli di come un singolo passo falso, un singolo errore, possa modificare in maniera drammaticamente ineluttabile il nostro futuro e quello delle persone a noi care, distruggendo sogni e desideri alimentati dalla cieca, tenace aspettativa di un felice avvenire.
E’ un’esperienza non semplice quella di un confronto con la produzione di un autore del calibro di McEwan, ma quasi estatica, in cui il lettore viene consapevolmente soggiogato dal suo stile possente e coinvolgente. Non se ne esce integri, le proprie certezze e convinzioni più radicate vengono messe in dubbio. Però è come se fossimo noi stessi a chiederlo: “Vogliamo immergerci nel tuo libro, e ne vogliamo uscire cambiati nel profondo.”
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