A tutto tondo PhotoCredit kirkkojakaupunki.fi
La Festa della Musica di Roma non è un evento come gli altri, non basta cantare, bisogna connettersi. Ma in fondo, qual è la novità? Siamo Always-On come cita lo slogan che vede proiettati i nostri alter-ego nei vari canali social. E allora connettersi col pensiero alle 21.21 del 21 giugno non sarà poi così difficile.
Arriva in ogni angolo o piazza che si voglia e non è un concerto, non ci sono gruppi musicali di intrattenimento. Avete presente lo Speaker’s Corner di Londra, quel palco dove la gente sale e racconta un monologo o si immerge in una satira contro la società?
La Festa della Musica di Roma è mille spazi, apolitici e gratuiti per il pubblico, quelli cioè che i musicisti e cantanti decideranno di segnalare, luoghi in cui, chi vuole, potrà esibirsi spontaneamente. Gruppo o dj non conta, conta la passione, il messaggio, la canzone.
Bisogna iscriversi entro le 23.59 del 19 giugno nel programma ufficiale, presente sul sito, e presentarsi, poi, il 21 giugno sul luogo scelto. Basta richiedere, contestualmente all’iscrizione, l’occupazione di suolo pubblico al municipio competente e l’autorizzazione di pubblico spettacolo al Dipartimento Attività Culturali di Roma Capitale in modo da usufruire anche delle tariffe S.i.a.e., agevolate.
Dalle 16 alle 24 la Festa della Musica impatterà su Roma, con ritmi diversi, anime diverse. Ci saranno tanti stili e, chi si troverà a passare per una via piuttosto che per un’altra, sarà catapultato dentro mondi, pensieri e generi completamente opposti, ma che si completano a vicenda. Un tripudio per la musica libera, per lo spirito artistico che mette insieme le note, per la capacità di questa arte, a tutto tondo, di arrivare a chiunque.
E allora la strada è il luogo perfetto perché lì, passa la vita, passano i pensieri.
Ma a un certo punto alle 21.21, come anticipato, accadrà qualcosa di straordinario. Gli stili svaniranno e la voce si farà una, distinta e corale. Una canzone, scelta dall’organizzazione, sarà cantata contemporaneamente in tutti i luoghi occupati. Una connessione di pensiero perché non ci sarà una linea internet o un link, un timer, piuttosto sarà un’ora X.
I posti, o palcoscenici improvvisati, sono già tantissimi, non disturberanno chi lavora, lasceranno che la giornata scorra come sempre, sarà solo un innesto, una contaminazione. Accompagneranno chi cammina verso altri luoghi lasciandogli in testa un suono, una frase, la poesia musicale.
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