E stata una donna bellissima Monica Vitti eppure non si dipinse mai come una fatina, anzi, la sua modernità stava proprio nelle espressioni incontrollate
Monica Vitti ha rappresentato il ritratto fedele di molte donne, sfatando il ruolo della donna. Non aveva solo una mimica straordinaria da grande interprete. Era soprattutto quell’assenza di barriere tra lei e la cinepresa a renderla così scarna e così viva, allo stesso modo. Come nuda e mai volgare.
Quell’essere fata a metà e poi subito corruttibile, smisurata, nervosa. Arrivava di lei la femminilità ma anche la mascolinità, tanto da riuscire a brillare su un palco ancora molto maschile. Lei sapeva dirigere senza farlo, ecco, era ignara del proprio potere e della propria presenza scenica.
La collezione di personaggi intensi che ci ha gentilmente regalato hanno in qualche modo segnato il nostro tempo e l’hanno elevata ad attrice post-moderna. Ha raccontato gli stili di vita, le condizioni sociali e anche i sentimenti di un’epoca ben precisa, di un paese ben preciso, siamo in Italia tra gli anni sessanta e settanta, eppure in lei risiedono una personalità e una drammaticità senza tempo.
Non avrebbe potuto sopravvivere alla commedia e al cinema d’autore, insieme, se non avesse incarnato una poliedricità schiva e trasparente. Quell’intelligenza cristallina nello sguardo, una forza involontaria nel fisico e una voce di sabbia che è stata il suo tatuaggio.
La Mostra fotografica su Monica Vitti ideata e organizzata da Istituto Luce Cinecittà è un omaggio a questa ormai anziana signora, a ciò che ci ha lasciato di sé e a ciò che è stata in grado di rappresentare per tutte le donne.
Le fotografie in mostra saranno proprio l’immagine reale di Monica Vitti, il suo viaggio, un susseguirsi di flash-back sulla sua bellezza, anche, che nonostante fosse viva in lei, al pari della fiamma del talento, era come cucita in un baco, ben nascosta, quasi la avvertisse come un nemico da disarmare.
E ha saputo far prevalere così tanto i suoi ruoli, il suo spirito struggente e poi la sua caparbietà, da oscurare il fatto che avesse dei tratti fisici molto interessanti, una sensualità inconscia. Di lei si ricorda di più il carisma che non la bellezza. Quel naso imperfetto che qualche produttore le suggerì di ridurre e di cui lei ostinatamente non si curò mai, rimanendo fedele a come mamma l’aveva concepita.
Un giorno disse “Le attrici -diciamo bruttine- che oggi hanno successo in Italia lo devono a me. Sono io che ho sfondato la porta”. Questa frase è l’essenza di Monica Vitti, il suo ruolo più riuscito.
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