Stephen Hawking, l’omaggio di Moondo, scrutando l’ignoto dopo un piatto di cacio e pepe
Oggi, che il mondo della fisica è in lutto per la scomparsa di Stephen Hawking, uno dei suoi più importanti protagonisti, ci si affanna a cercare di illustrare l’importanza delle sue teorie sulla termodinamica dei buchi neri, le sue ricerche sull’origine dell’universo, la sua descrizione della gravità quantistica.
Se provassimo a descriverle resterebbe nel lettore, l’idea di qualcosa di grande e contemporaneamente di incomprensibile, qualcosa a cui credere contemporaneamente ammirati e perplessi.
Ammirati perché esistono menti che arrivano dove nessuno è arrivato prima, perplessi perché non si capisce che rapporto ci possa essere tra quelle ricerche e la nostra vita di tutti i giorni. Scoprire non è credere.
Ho studiato fisica ed ho anche avuto la fortuna di assistere a due seminari di Stephen Hawking, avrete capito che mi sto chiedendo come ricordarlo nelle poche righe di questa rubrica. Credo che due siano i punti centrali, uno riguarda la fisica in sé come la più grande palestra della immaginazione umana che in uomini come lui arriva fino a concepire modelli che sistemano cose invisibili ed intoccabili, l’altro, ha a che fare con quanto la mente possa avere ragione di un corpo che non funziona come dovrebbe. Questa è vita di Stephen Hawking.
Pochi mesi fa venne a Roma, lo vedete nella fotografia che è stata scattata al rione monti nel ristorante “La Taverna dei Fori Imperiali”. Hawking non è attorniato da i suoi colleghi scienziati, ma dallo chef Alessio Liberatore e dal suo staff.
Alessio era emozionato quella sera, mi disse: “ ti rendi conto, è come se fosse venuto Newton nel mio ristorante”. Non è andato troppo lontano, Newton aveva modificato radicalmente l’idea del tempo e delle interazioni immaginando una percorso che per molti, molti anni è stata una strada sicura e confortevole. Ogni strada finisce in un incrocio e il compito di quelli come Hawking è aiutarci a scegliere la strada successiva in modo ragionevole e sensato, come avrebbe detto Galileo.
Una mente si nutre anche d’altro, l’immaginazione e l’astrazione più alta al mondo si sono soffermate per quella sera romana di luglio sul cacio e pepe. Sarà come sarà, Stephen Hawking finì il suo piatto con un appetito pari alla sua voglia di conoscere. Oggi, frugando alla ricerca della foto coni due figli di Alessio, Claudia mi diceva: chissà se ora è di nuovo insieme a mio padre? Credo di no, ho risposto, Hawking non era credente e sarebbe certamente fuggito da un luogo dove tutto si conosce senza un faticoso percorso di ricerca. Credo di no! A meno che Alessio non stia preparando il cacio e pepe anche nella sua nuova residenza. Ma conoscere questo è davvero chiedere troppo alla mia povera immaginazione.
Siamo una giovane realtà editoriale e non riceviamo finanziamenti pubblici.
Il nostro lavoro è sostenuto solo dal contributo dell’editore (CuDriEc S.r.l.) e dagli introiti pubblicitari. I lettori sono la nostra vera ricchezza. Ogni giorno cerchiamo di fornire approfondimenti accurati, unici e veri.
Sostieni Moondo, sostieni l’informazione indipendente!
Desidero inviare a Moondo una mia libera donazione (clicca e dona)
GRATIS!!! SCARICA LA APP DI MOONDO, SCEGLI GLI ARGOMENTI E PERSONALIZZI IL TUO GIORNALE