A Civita Castellana, in provincia di Viterbo, si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con il Civitafestival, il festival che ormai da trentatré anni anima le serate estive nella terra dei falisci offrendo al suo pubblico una proposta artistica ricca e articolata. Suggestive location degli eventi proposti saranno anche quest’anno la quattrocentesca corte del Forte Sangallo e il trecentesco Chiostro di San Francesco, a cui si aggiungeranno per due eccezionali appuntamenti a ingresso libero la romanica Chiesa di San Gregorio, che ospiterà il 1 settembre il Progetto Mazzocchi della cappella di San Petronio in Bologna, e il Duomo dei Cosmati, dove è programmato per il 30 agosto un concerto dedicato alle vittime del Covid-19, con l’Orchestra Sinfonica Nova Amadeus diretta da Arman Azemoon che eseguirà il Requiem di Mozart.
Dodici date, tra arte, musica e teatro, dal 25 agosto al 5 settembre per una programmazione che, come spiega il direttore artistico Fabio Galadini, “supera il rischio della proposta affrancandosi dall’idea dell’intrattenimento fine a sé stesso.” Ancora una volta un connubio tra tradizione e innovazione in un continuo dialogo espresso anche e soprattutto dalla presenza di artisti di grande fama affianco a quella di giovani talenti che hanno già dato prova di sé sia alla Biennale di Venezia che al Roma Fringe Festival.
È proprio dalla selezione dell’ultimo festival del teatro indipendente romano che provengono due dei tre appuntamenti di teatro previsti per l’edizione 2021 del Civitafestival. Il primo, I fuochi di San Pancrazio, è tratto da un soggetto cinematografico del grande poeta lucano Rocco Scotellaro, mentre il secondo, ‘E Cammarere (che al Fringe di Roma ha portato a casa i premi come miglior regia e migliori attrici ex aequo), è un’indagine sulla lingua napoletana liberamente tratta da Le serve, capolavoro di Jean Genet.
Dalla Biennale di Venezia arrivano invece il giovane Leonardo Manzan (vincitore della Biennale Teatro 2020 per Glory Wall) che presenta il suo nuovo progetto It’s App to You, e il compositore Carlo Ciceri, qui eseguito insieme a grandi nomi della musica contemporanea come Luciano Berio, dall’Ensemble Icarus diretto da Mimma Campanale.
Una forte presenza femminile quest’anno al Civitafestival, guidata da Tosca Donati, una delle voci più importanti della canzone popolare e contemporanea italiana, che al Civitafestival 2021 presenterà Tra musica e parole, un ConversaConcerto in cui alternerà alla sua musica momenti di dialogo con il critico musicale Ernesto Assante. E poi la grande Elena Bonelli, ambasciatrice della canzone romana nel mondo, che salirà sul palco del Civitafestival con un progetto su Brecht in cui canterà e reciterà momenti teatrali e canzoni tratte dalle migliori pièce del famoso drammaturgo tedesco.
Non può mancare il jazz, al Civitafestival storicamente sempre ben rappresentato, con il progetto After Hours di Carla Marcotulli e Riccardo Fassi 5tet e il loro Love is the sound of surprise, con Massimo Pirone al trombone, Marco Siniscalco al basso elettrico e il batterista americano Bruce Ditmas Special Guest. E poi la canzone popolare, musiche della tradizione popolare di Roma e della campagna romana, con la cantante e chitarrista Stefania Placidi che torna al Civitafestival in trio con Fior d’amaranto.
Nell’anno di Dante il Civitafestival propone due importanti appuntamenti dedicati al sommo poeta: un excursus fra le musiche dei più importanti trovatori del XIII secolo che Dante cita nelle sue opere, presentato dall’Ensemble Micrologus, e una straordinaria Lectura Dantis di Alessandro Haber accompagnato dall’Orchestra Sinfonica Nova Amadeus diretta da Gianluigi Dettori, appuntamento che il 25 agosto aprirà ufficialmente la programmazione del festival nel Cortile Maggiore del Forte Sangallo.
E infine l’arte, con le mostre che resteranno aperte per tutta la durata del festival, la fotografia artistica in Del Divenire di Francesco Lupo e il design in Artwork Italian Heritage by Kerasan.
Insomma, quello del Civitafestival è un presidio culturale che resiste, non solo alle sfide eccezionali degli ultimi due anni, ma anche a una certa tendenza nella proposta artistica di alcuni dei più grandi eventi di rilevanza nazionale che li vede prediligere spesso progetti di facile presa e di sicuro successo. Soprattutto ora, abbiamo bisogno di imparare a imparare di nuovo, e l’arte può guidarci in questa necessità. Come diceva Nietzsche, “abbiamo bisogno dell’arte per non perire a causa della verità”.
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