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Elena Bonelli interpreta un Brecht quanto mai attuale

Il nome di Elena Bonelli è generalmente associato alla canzone romana, ché la cantante e attrice di quella tradizione musicale è considerata da anni l’ambasciatrice nel mondo, con concerti in tutto il globo, dalla Cina al Giappone, dall’America alla Corea del Sud. Con questo progetto, Elena Bonelli interpreta Brecht, presentato al Todi Festival nel 2015 e ripreso lo scorso 5 settembre in occasione del Civitafestival 2021 a Civita Castellana, la cantante romana dimostra di sentirsi piuttosto a suo agio con il mondo creato dal grande drammaturgo tedesco.

Un mondo di bassifondi popolato da prostitute, imbroglioni e mendicanti, “eroi bastonati” come lo stesso Brecht usava definirli, ossessionati dal denaro, disadattati, disperati nel loro materialismo sfrenato, che prendono vita in quel momento storico culturalmente eccitante, complesso e segnato da estreme trasformazioni sociali, economiche e politiche che sono gli anni di Weimar.

La radicalizzazione dello scontro politico tra proletariato e borghesia, la prepotenza del modello capitalistico e la minaccia dello sviluppo tecnologico, gli incubi residuo della Grande Guerra, lo sgretolamento della personalità individuale nella società industriale di massa sono tutti temi (già cari all’Espressionismo) che si ritrovano in questo nascente nuovo teatro che rompe con la grande stagione del teatro borghese per offrire una nuova visione teorica ed estetica.

Bertolt Brecht. Di Bundesarchiv, Bild 183-W0409-300 / Kolbe, Jörg

Nasce il teatro epico. Un teatro che non rivoluziona solo quanto viene messo in scena ma anche la modalità in cui viene fatto: la continuità dinamica viene rotta dall’utilizzo di diversi elementi e dalla commistione di tecniche (uso di cartelli, proiezione di filmati, songs etc…) con l’intento di opporsi alla ricerca dell’immedesimazione da parte del pubblico propria del teatro borghese e di stimolare invece il ragionamento, il pensiero critico.

Lo spazio scenico diventa “mondo” e ciò che viene messo in scena riflette il dramma della realtà. Il teatro diventa politico (sono gli anni dell’agit-prop) e, soprattutto con Brecht, pedagogico. In questo senso, l’operazione portata in scena da Elena Bonelli con la regia di Marco Mattolini, appare piuttosto centrata. L’idea di associare songs e brani tratti dal teatro di Brecht con le notizie di cronaca prese dai quotidiani e lette sul palco serve non solo a mostrare un Brecht quanto mai attuale ma anche a sottolineare la rilevanza politica delle sue opere.

Elena Bonelli interpreta Brecht, nella sua forma di recital, con l’accompagnamento musicale al pianoforte di Cinzia Gangarella, non può non marcare nell’opera di Brecht il gusto per il cabaret e per la sua vena dissacratoria, eredità dell’espressionismo di Wedekind e altri, con una tendenza al macabro che distingue e caratterizza il genere in Germania. Ecco allora il Moritat di Mackie Messer, il pezzo simbolo de L’opera da tre soldi (Dreigroschenoper), la più conosciuta di Brecht, con le musiche di Kurt Weill, anche questa popolata di criminali e prostitute.

Elena Bonelli e il maestro Cinzia Gangarella. Ph. Beatrice Banditelli per Civitafestival

Da L’opera da tre soldi Elena Bonelli prende molte delle songs presentate, attingendo però a piene mani da tutto il lavoro del drammaturgo tedesco e dei suoi geniali collaboratori alle musiche: Ascesa e caduta della città di Mahagonny, Happy End, Jakob Apfelböck O Il Giglio Dei Campi, la Ballata di Marie Sanders, La ballata della vivificante potenza del denaro, molti testi dei quali tradotti da Strehler.

Elena Bonelli interpreta Brecht ha il grande pregio di ripuntare il faro su uno dei più grandi drammaturghi della storia del teatro (proprio oggi che ci ha lasciati la sua massima interprete italiana, Milva), proponendo il suo lavoro a un pubblico che, magari, normalmente, non gli si avvicinerebbe e dimostrandone il valore assoluto, fuori dal tempo, come solo la grande arte sa essere.

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