“Ogni uomo dovrebbe danzare, per tutta la vita. Non essere ballerino, ma danzare”
(Rudolf Nureyev – danzatore, coreografo e direttore d’orchestra)
Rudolf Nureyev, biografia di un ribelle è il titolo di un’opera dedicata al compianto ballerino Rudolf Nureyev. Scritta da Bertrand Meyer-Stabley e pubblicata dalla casa editrice di Torino Lindau nel 2013, è un libro su Nureyev che è stato definito dallo stesso scrittore: l’ultimo zar della danza. Bertrand Meyer-Stabley è uno scrittore che ha dedicato molte delle sue opere alle biografie di grandi personaggi dello spettacolo: da Audrey Hepburn a James Dean. Rudolf Nureyev, biografia di un ribelle appare al lettore come un vero e proprio romanzo tale è stata la vita, travagliata, del mito indiscusso della danza mondiale. L’opera è suddivisa in 17 capitoli che si snodano in punta di piedi come solo lui sapeva fare.
“Mi piace parlare della mia nascita…
Ci ripenso sempre come all’avvenimento più romantico della mia vita”
E’ stato, e lo sarà per sempre, uno dei più grandi ballerini del mondo. La vita di Rudolf Nureyev è stata influenzata da tanti fattori ed è stata vissuta, anche se brevemente, sempre al massimo. Nureyev, come si legge nella sua biografia, nasce il 17 marzo del 1938, a bordo di uno dei vagoni della famosa Transiberiana, treno diretto a Vladivostok. Già a partire dalla sua nascita, si comprende come la vita del ballerino e coreografo, si sarebbe svolta all’insegna delle emozioni. Lui stesso è il primo a definire il modo in cui è venuto al mondo uno degli avvenimenti più romantici della sua vita! Il primo capitolo della biografia di Nureyev, dal titolo Primi Passi inizia proprio con questo aneddoto. Successivamente, viene descritto il momento in cui il danzatore approccia per la prima volta alla sua arte. Ovvero l’autore narra dell’incontro con la sua prima insegnante di danza, la Signora Udal’cova. Prima di essere una maestra di danza, Udal’cova, ha fatto parte dei Balletti Russi di Djagilev. È stata sempre lei ad accorgersi dell’immenso dono custodito dall’allora piccolo Rudolf Nureyev che di lì a breve lo avrebbe condotto verso ciò che oggi è per tutti noi: il “tartaro volante”.
“Poi gli ammiratori si avvicinano
per gettare un giglio bianco sul feretro di colui che,
attraversando il mondo di corsa,
fu l’ultimo zar della danza”
In questa biografia di Nureyev, oltre ai tanti mitici traguardi raggiunti dal grande artista come ballerino e coreografo, si narrano le vicissitudini che hanno scalfito la sua vita. Sì, perché la vita dell’artista semplice non lo è stata mai, sin dal 1961 con l’asilo politico. Ed anche le sue relazioni a volte tanto profonde quanto strazianti avute con altri personaggi famosi. Così come si narra dei suoi impieghi oltre alle performance come ballerino. Nureyev, infatti è stato direttore della danza all’Opera di Parigi ed anche direttore d’orchestra. Infine, si parla di ciò che portò via da tutti questo grande artista: l’AIDS che lo condusse alla morte il 6 gennaio del 1993.
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