[Quei ritratti] sono perfettamente armoniosi dal momento che il costume,
l’acconciatura e persino il gesto, lo sguardo e il sorriso […]
formano un insieme di una compiuta vitalità
Charles Baudelaire, Il pittore della vita moderna, 1863
Boldini e la moda
Nel luglio del 1931, in occasione della prima retrospettiva allestita a Parigi, “Vogue” dedicava a Giovanni Boldini, (Ferrara, 31 dicembre 1842 – Parigi, 11 gennaio 1931) scomparso solo qualche mese prima, un articolo dal titolo emblematico: Giovanni Boldini. Pittore dell’eleganza. Nel momento in cui il ritrattista che per decenni era stato l’arbitro del gusto parigino lasciava la scena iniziava il mito di un artista che, avendo dato vita a un canone di bellezza moderno e dirompente, avrebbe ispirato generazioni di stilisti, da Christian Dior a Giorgio Armani, da Alexander McQueen a John Galliano.
Il magnetismo dei ritratti di Boldini, nei quali i suoi modelli appaiono mondani, sicuri di sé e del proprio potere di seduzione, deve molto al rapporto che il pittore ebbe con la nascente industria della moda alla quale, a sua volta, dette un contributo notevole. Organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dalle Gallerie d’Arte Moderna-Museo Giovanni Boldini di Ferrara, la mostra Boldini e la moda racconta per la prima volta la storia di questo affascinante legame: frutto di un lungo studio che attraverso i documenti ha permesso la ricostruzione della fitta rete di rapporti sociali e professionali dell’artista, la rassegna illustra infatti come Boldini fu capace di farsi interprete della moda del tempo fino a giungere a influenzarne le scelte, al pari di un contemporaneo trendsetter.
Affermatosi nella Parigi tra Otto e Novecento, crocevia di ogni tendenza del gusto e della modernità, Boldini ha immortalato la voluttuosa eleganza delle élite cosmopolite della Belle Époque. Il suo talentuoso pennello ha consegnato alla posterità le immagini dei protagonisti di quell’epoca mitica – da Robert de Montesquiou a Cléo de Mérode alla marchesa Casati – concorrendo a fare di loro delle vere e proprie icone glamour.
Le tuniche di ricevimento della divina Eleonora Duse, stampate in polvere d’oro e d’argento, i ventagli da ballo in piume di struzzo e di tartaruga, e per i proustiani feticisti addirittura le scarpine della contessina Geffulhe, nume ispiratore della Duchessa di Guermantes. Alcuni dei suoi biografi dicono che Boldini seguisse le sue “femmes” la mattina al Bois de Bolulogne e la sera al Ritz, per coglierne senza filtri espressioni e movimenti del corpo. Una cosa è certa: tutte non vedevano l’ora di mettersi in posa per lui, come pure, da un certo punto in poi, furono i couturiers a ispirarsi a quei ritratti, e prima ancora della mania di vestirsi alla Ballets russes imperversò quella di vestirsi alla Boldini. “Boldini sapeva riprodurre la sensazione folgorante che le donne sentivano di suscitare quand’erano viste nei loro momenti migliori.” Con queste parole Cecil Beaton, tra i primi e più celebri fotografi di moda del Novecento, sanciva il talento del pittore ferrarese.
Se all’inizio la moda cattura l’attenzione dell’artista in quanto quintessenza della vita moderna, elemento che ancòra l’opera d’arte alla contemporaneità, essa diviene ben presto un attributo distintivo della sua ritrattistica. Grazie ad una pittura che unisce una pennellata nervosa e dinamica all’enfatizzazione di pose manierate e sensuali, e con la complicità delle creazioni dei grandi couturier Worth, Doucet, Poiret e le Sorelle Callot, Boldini dà vita a una personale declinazione del ritratto di società che diviene un vero e proprio canone, modello di stile e tendenza che anticipa formule e linguaggi del cinema e della fotografia di moda del Novecento.
Un suggestivo percorso composto da quasi centotrenta opere riunisce splendidi
dipinti, disegni e incisioni di Boldini e dei colleghi Degas, Manet, Sargent, Seurat, Blanche ed Helleu a meravigliosi abiti d’epoca, libri e accessori preziosi.
Ordinata in sezioni tematiche, ciascuna patrocinata da letterati che hanno
contribuito a fare della moda un elemento fondante delle poetiche della
modernità, da Charles Baudelaire a Oscar Wilde, da Marcel Proust a Gabriele
D’Annunzio, la mostra svela i suggestivi intrecci tra arte, moda e
letteratura che hanno segnato la fin de siècle e, evocando la cornice di
mondanità e raffinatezza che fece da sfondo alla lunga carriera di Boldini,
immerge il visitatore nelle atmosfere raffinate e luccicanti della metropoli
francese e in tutto il suo elegante edonismo.
La Mostra a cura di Barbara Guidi con la collaborazione di Virginia Hill è organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.
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