Qualche settimana fa è tornata la scrittrice più pettegola di tutta Londra, Lady Whistledown, che tante gioie e tanti dolori ha regalato ai suoi fidati lettori. Con lei sono tornati anche tutti i nostri amati nobili inglesi, in particolare la bellissima famiglia Bridgerton.
Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, Bridgerton è una serie Netflix, basata sui romanzi di Julia Quinn, comparsa per la prima volta a Natale 2020, che racconta la vita di alcune famiglie nobili londinesi della regency era durante il debutto in società. Il successo raggiunto dalla serie è stato da subito immenso, per mesi non si è fatto che parlare di Bridgerton e, da quando un paio di settimane fa è uscita la seconda stagione, il mondo dei social è tornato a tingersi di colori pastello, abiti da ballo e tiare.
Ma perché ci piace così tanto Bridgerton?
La serie è indubbiamente molto carina e piacevole, ma diciamoci la verità, non è la novità del secolo. Il fulcro delle stagioni sono sempre delle storie d’amore, sviluppate senza molta inventiva, con dinamiche molto semplici e prevedibili. Eppure non possiamo certo negare che ci abbiano rapito il cuore.
Sicuramente, per quanto possiamo criticarle, le storie d’amore sono sempre appassionanti, anche se viste e riviste. Il fatto che siano così scontate, alla fine, è quasi rassicurante: lo sappiamo che finiranno bene, magari immaginiamo anche come accadrà, vogliamo solo goderci il momento. La loro forza sta nell’attesa, in tutti quei momenti in cui ci fanno credere che stia per succedere qualcosa, in cui ci fanno tenere il fiato sospeso, per poi lasciare tutto così com’è e ricominciare da capo. È la tecnica più vecchia del mondo, che in Bridgerton si ripete spesso, è ciò che porta avanti le puntate e che spinge lo spettatore a divorarsi ogni stagione.
L’ambientazione in questo caso, poi, gioca un ruolo fondamentale: i vestiti sono bellissimi, curati nei minimi dettagli, le scenografie imponenti, sempre piene di fiori e di colori e le musiche, canzoni recenti arrangiate per essere suonate da orchestre, danno un geniale tocco di mascherata innovazione. Tutto ci fa sognare.
Di conseguenza la scarsa caratterizzazione dei personaggi passa quasi in secondo piano. Gli uomini sembrano tutti dei Mr Darcy che ci hanno più o meno creduto e le donne delle Jane e delle Elizabeth Bennet più o meno determinate.
Da un’attenta analisi non è poi così difficile giustificare il grande successo di Bridgerton: unite la passione del pubblico per le storie enemies to lovers, un’ambientazione alla Jane Austin scrupolosamente costruita, il lavoro di Shonda Rhimes ed ecco qua, avete fatto jackpot.
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