I fotografi primi non sono molti, in questo articolo racconto di tre di loro, attraverso quegli scatti che li rappresentano e li hanno consacrati tali.
Perché fotografi primi? Una bambina, una donna di colore e un monaco buddhista, sembrano non avere nulla in comune, eppure sono i protagonisti di scatti autorali, unici, risultato di un incontro veloce tra un momento storico e un occhio attento.
Lewis Hine
Il ritratto di questa bambina, Sadie Pfeiffer, di soli otto anni è una immagine emblematica di un tempo, un contesto preciso, una chiara e giusta denuncia contro lo sfruttamento minorile. Lewis Hine è stato il primo a fotografare il sociale utilizzando uno strumento come la fotocamera in grado di raccontare, in modo potente, un fatto di attualità e tradurlo visivamente accentuando la vita ai margini. Siamo nel 1908 e la bambina, lavorante in un cotonificio del South Carolina, ha aperto la strada a quelle leggi che si sarebbero discusse negli anni venti proprio contro il lavoro minorile.
Gordon Parks
American Gothic, prima parodia del più famoso quadro di Grant Wood, da cui prende anche il titolo, è l’espressione autentica del grande impegno civile del suo autore, Gordon Parks, primo fotografo nero della rivista Life.
In venti anni di pubblicazioni il suo scopo è stato quello di documentare attraverso i suoi scatti la Washington “di colore”, una comunità sopraffatta dagli eventi. In American Gothic ritrae una donna, Ella Watson, un’inserviente che lavora presso l’ente governativo Farm Security Administration, dal cui incontro scaturirono una serie di altre fotografie che la ritrarranno in diversi momenti e luoghi della vita.
Malcolm Browne
Malcolm Browne è stato l’unico fotografo a raccontare, attraverso uno scatto tempestivo, il gesto del monaco buddhista Thich Quang Duc, che si diede fuoco per manifestare contro il regime cattolico estremista di Ngô Đình Diệm, insediatosi nella classe dirigente vietnamita per fermare il comunismo.
Un’immagine forte che l’autore ha anticipato: un messaggio il giorno prima, anonimo, lo avvisa di un fatto importante che sarebbe accaduto in una piazza di Saigon. Lui non manca l’appuntamento e a soli trent’anni si ritrova in possesso di un arma di massa, un attimo che si innesca davanti ai suoi occhi. E’ il primo e unico fotografo che può immortalare la scena che si sta compiendo. Diventerà famoso in tutto il mondo per aver raccontato da solo e con grande lucidità il coraggio di un altro uomo, solo anche lui, contro la dittatura cattolica, l’apparato francese e quello americano che la sostenevano. Fu un gesto diffuso da una foto che fece capitolare l’intero regime.
I fotografi primi hanno ispirato altri fotografi ma essere nel posto giusto al momento giusto è forse ciò che fa la differenza, il resto è compito di una sensibilità interiore propria di ognuno.
Della stessa autrice Pasinetti, ritratto di un fotografo moderno
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