Dopo il successo come autore di numerose pièce teatrali, tra cui il cult Uomini sull’orlo di una crisi di nervi, Rosario Galli debutta con il suo primo romanzo, L’Amico Imperfetto, edito da fila37. Una storia coraggiosa e a tratti irriverente che si muove sui binari del romanzo psicologico, colorito di sfumature e noir. Ci troviamo a Roma tra gli anni Cinquanta, Settanta e Ottanta, e il ritratto del protagonista de L’Amico Imperfetto – il Principe – viaggia tra le strade della Capitale, tra le case popolari di Donna Olimpia, di Monteverde Vecchio e di Garbatella, e personaggi in fuga o di passaggio nel viavai romano. Ma Roma è solo lo scenario di una storia intricata, guidata dalla dissociazione mentale del protagonista e del suo rapporto – indubbiamente turbolento – con il gentil sesso, nell’era della crisi del maschio.
L’Amico Imperfetto è un romanzo psicologico noir che rappresenta il ritratto della dissociazione mentale del protagonista, il Principe. Il narratore fin dalle prime pagine gioca con il lettore, lo mette alla prova e inizia a costruire un legame, attirandolo nel caos di questo nulla incomprensibile dal quale si trova a raccontare. È un narratore sui generis, che scardina le regole narrative classiche. La personalità del Principe è al centro del romanzo, è sfaccettata e complessa e come una calamita attrae chi legge nel vortice dei suoi pensieri, nel movimento dei suoi ragionamenti, nelle digressioni, necessarie a rendere chiara l’idea di questo personaggio. Confuso, solo e con il bisogno di ricostruire il proprio passato e di scoprire chi l’abbia ucciso e perché. Il testo si chiude in modo spiazzante, capovolge completamente l’interpretazione dei fatti, sorprende ma non conclude veramente il romanzo che resta aperto e chiama il lettore a interrogarsi sulla vera identità del protagonista che diventa, dopo le rivelazioni finali, un mistero da risolvere.
Tutto con la firma inconfondibile, ironica, sagace e mai banale di Rosario Galli, che abbiamo avuto il piacere di intervistare.
Qual è stata l’esigenza che ti ha spinto a scrivere questo romanzo?
Raccontare la storia di un uomo perfetto, così nacque, 8 anni fa; poi nel corso del tempo si trasformò nell’amico perfetto e infine in quello imperfetto; un uomo che vive al limite, oltre, cui va stretta la vita. Il meteco, il diverso, l’anarchico insofferente alle regole. Un personaggio che potrà sembrare poco credibile ma che invece esiste, anche se l’ho romanzato moltissimo.
A distanza di anni da “Uomini sull’orlo di una crisi di nervi”, come si evolve la figura del maschio in “L’amico imperfetto”?
Non si evolve. L’uomo è sempre lo stesso, possessivo, stupido, violento, fa le guerre, uccide le donne che non lo vogliono più, ma come si fa, è deprimente.
Sappiamo che nel libro la narrativa è accompagnata da poesie, citazioni e molto altro: cosa possiamo aspettarci a livello stilistico?
Una lettura difficile; ho abolito il punto e virgola e molti altri segni d’interpunzione, non ci sono virgolette e puntini di sospensione, o pochissimi; nemmeno interrogativi ed esclamativi; sì lo so, potrei scoraggiare un potenziale lettore, ma non è così, è solo una forma grafica cui presto ci si abitua, come le poesie, sono poche, intere, molti frammenti, fanno parte della vita di ciascuno di noi, almeno dovrebbero; da sempre consiglio a tutti di fare almeno ogni giorno una pausa-poesia, cinque minuti per leggere un verso…
Sono previste delle presentazioni del libro prossimamente?
La prima ufficiale è il 12 marzo al Teatro Marconi, poi forse a CENTO INCROCI intorno al 23 marzo e il 31 a Salerno al Teatro Ghirelli; ma conto di farne moltissime, a Roma e in Italia, per me è l’unico modo di dare un senso alla fatica che mi è costata scrivere questo libro, incontrare le persone e parlare con loro, guardandole in faccia. Anche se dovessi ricevere critiche e insulti, andrebbe bene lo stesso, fa parte del rischio di mettersi in mostra no?