“Ho ventisei anni, sono in ritardo con gli studi, faccio la cameriera in una bettola, sono in sovrappeso di dieci chili e sto viaggiando verso la morte alla velocità della luce.”
Laura Girolami, 35 anni, fa il suo esordio letterario con Stupidi pesci edito da Il Seme Bianco partner Castelvecchi, un romanzo che segna una nuova via per l’autrice che ha alle spalle una carriera come sceneggiatrice e regista. Al cinema ha esordito nel 2014 con Surrounded, mentre nel 2016 è andata in scena a Roma la sua prima commedia Non c’è più religione. Attualmente è a lavoro sulla sua seconda opera per il teatro, che debutterà nel 2018.
Stupidi pesci è il suo primo romanzo, qui l’ironia e soprattutto l’autoironia sembrano essere le linee guida come si può evincere già dalla sinossi.
Ventisei anni, cameriera in una bettola, “involontaria” studentessa di Scienze Biologiche, appassionata bevitrice di birra (al bancone darebbe del filo da torcere a un pescatore irlandese) e perennemente affamata, Nina passa le sue giornate tra sfigatissime creature marine e altrettanto sfigati esemplari di un’umanità precaria e costantemente sull’orlo di una crisi di nervi, alle prese con umilianti debacle sentimentali, sogliole parlanti, feticisti dell’ascella e feroci attacchi bulimici. Disincantata, irrequieta, irrimediabilmente asociale, Nina non risparmia a nessuno le sue stoccate dissacranti e la sua caustica ironia è il marchio di fabbrica della sua catastrofica e beffarda visione di un mondo in cui si sente molto più a suo agio come spettatrice. Una settimana nella sua vita e nella sua testa, dentro il flusso costante dei suoi pensieri e dei suoi improbabili dialoghi immaginari, sempre in bilico sulla realtà.
In questo ritratto della protagonista senza troppa difficoltà possiamo ritrovarci qualcosa di ognuna di noi, parlo del genere femminile sì, perché ogni donna almeno una volta si è trovata nei panni di Nina. Catastrofiche, pessimiste, irrequiete, mai soddisfatte, impazienti e con sensibili attacchi di ira, che cercano una via di fuga che possa rendere facile la loro sopravvivenza in questo mondo in cui si sentono delle estranee.
La storia di Nina è raccontata in prima persona e tra le sue parole si scorge uno sfogo interiore troppo a lungo represso. I pensieri scorrono come un fiume in piena tra considerazioni personali e frecciatine velenose in nome della sincerità, in un modo così familiare che sembra quasi averci letto nel pensiero.
L’immancabile ironia è il cuore pulsante del romanzo che rende piacevole la lettura fin dalle prime righe. Sono numerosi i riferimenti alla cultura pop, da Basic Instinct a Celin Dion e agli X-Men, che rispecchiano la giovane età della protagonista; e strizzatine d’occhio anche a quella parte di cultura più nostalgica dagli anni ’40 ai ’70, dai pezzi di Nick Drake al film Casablanca con Humphrey Bogart, che svelano anche il suo amore per la musica e per il cinema. Un variegato mondo che può avvicinarsi ad ogni tipo di lettore e che arricchisce con numerose sfumature e colori l’anti-eroina della storia, rendendola interessante e familiare ai nostri occhi.
Il romanzo sarà presentato, presso la Sala conferenze Halesus, via G. Garibaldi 35, Civita Castellana, domenica 27 maggio ore 18.30, da Stefano Petrocchi Direttore della Fondazione Bellonci e segretario del comitato direttivo del premio Strega. Sarà presente l’autrice e verranno letti alcuni brani dall’Attrice Roberta Aiolfi.
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