Arte, cultura, territorio e buona tavola. I tesori che rendono unica l’Italia sono gli ingredienti del ricco programma di eventi al 62° Festival dei Due Mondi di Spoleto (28 giugno – 14 luglio), diretto da Giorgio Ferrara.
Una Finestra sui Due Mondi
L’edizione 2019 si preannuncia particolarmente sontuosa: l’azienda spoletina Monini celebra infatti quest’anno i 10 del Premio “Una Finestra sui Due Mondi”, prestigioso riconoscimento che fin dal 2010 viene assegnato a una grande personalità del Festival – da John Malkovich a Michail Baryšnikov, da Willem Dafoe e Juliette Gréco – e “raddoppia” premiando anche una giovane leva pronta a spiccare il volo.
Inaugurato 8 anni fa, nel centenario della nascita di Gian Carlo Menotti (1911 – 2007), il Centro di Documentazione del Festival dei Due Mondi è un vero scrigno di tesori che la Fondazione Monini ha regalato alla città di Spoleto per celebrare il suo noto concittadino, compositore e fondatore del Festival, e per far conoscere ai giovani quello che il Festival è stato fin dalla sua nascita.
Il primo tesoro è naturalmente lo stesso edificio: la casa medioevale che si affaccia su piazza del Duomo che la Fondazione ha acquistato e restaurato completamente pur conservando le stesse architetture e persino buona parte degli arredi originali. All’interno troviamo un ambiente interattivo e teatrale, capace di dare forma e movimento al materiale audio, video e fotografico restituito agli studiosi dopo un lungo lavoro di recupero e digitalizzazione. Una vera e propria finestra sul tempo per raccontare al visitatore l’atmosfera degli spettacoli e dei concerti, le emozioni e gli scenari della grande manifestazione culturale diretta per quasi mezzo secolo da Gian Carlo Menotti e oggi sotto la magistrale guida artistica di Giorgio Ferrara.
Il Centro fa dialogare in un unico spazio espositivo la dimensione pubblica della kermesse e quella privata di Gian Carlo Menotti. A guidare lo spettatore in questo viaggio nella memoria è la luce che, in un gioco di dissolvenze, dà al visitatore ora il tepore soffuso e confidenziale della casa, ora il clamore vivido delle performance della piazza, dal Maestro al Festival. La visita comincia al secondo piano, dove troviamo il pianoforte su cui il Maestro componeva, e che oggi ospita vari concerti di giovani artisti durante l’anno, mentre un velo, quasi a difendere l’intimità del luogo, ci introduce nella camera da letto del Maestro. Un velo che, come quinta teatrale, riproduce gli spartiti musicali del Maestro.
Una finestra nel salone principale può sembrare il particolare meno importante, in un luogo dove anche attraverso leggii multimediali è possibile accedere a spartiti, brani e immagini che ripercorrono la vita artistica del compositore, ma è la finestra dove Menotti si affacciava per vedere e salutare il “suo” festival.
Al primo piano, grazie a installazioni interattive, il visitatore entra all’interno del racconto divenendone lui stesso il regista. Da un tavolo touch screen al centro della sala può accedere all’archivio del Centro di Documentazione selezionando video o immagini e da una libreria digitale è in grado di ritrovare le memorie del passato, anche grazie al prezioso materiale dell’Archivio Cinecittà Luce. Il Centro è infatti nato prima di tutto per preservare la memoria del Festival e ospita tutto il materiale documentativo, audio e video, relativo alle edizioni dal 1958 a oggi che può essere fruito facilmente dai visitatori grazie a questo apporto tecnologico. Su una parete scorre in successione ritmata uno slide show di foto non solo dello storico paparazzo del Festival, Lionello Fabbri, ma di tutte le foto conservate nel data base ordinato in base a cronologia, tematiche, personaggi. Sulle pareti della stanza attigua viene invece proiettato un filmato degli spettacoli del festival dal 1958 al 2017. Per eventi e occasioni speciali, il visitatore può accedere anche alla terrazza, una volta salotto della casa del Maestro Menotti, e ritrovare intatta l’atmosfera che accompagnava le occasioni conviviali del maestro, che su questi stessi divanetti discuteva con ospiti e artisti del Festival. Un percorso capace di trasmettere l’importanza e la magia del Festival dei Due Mondi alle nuove generazioni, affinché possa continuare a essere un punto fermo e prestigioso per la cultura italiana.
In occasione della sessantaduesima edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto una stupenda Mostra “Ritratti alla Finestra”, celebra i dieci anni del Premio Monini “Una finestra sui 2 Mondi” (dal 28 giugno al 29 settembre. Il Premio, istituito nel 2010, è un omaggio al gesto iconico del Maestro e fondatore del Festival dei 2Mondi di Spoleto, Giancarlo Menotti (1911-2007), che era solito affacciarsi alla finestra del suo Palazzetto per salutare – assieme ai suoi illustri ospiti – il pubblico. Gesto da custodire e rinnovare anno per anno in onore di un Festival che ha saputo portare la cultura tra la gente, innalzando Spoleto a palcoscenico e culla internazionale delle arti. Il sole taglia e illumina il suo profilo, accentuando il carico di mistero e magnetismo nello sguardo di John Malkovich. È uno dei 23 scatti di “Ritratti alla Finestra”, mostra fotografica allestita a Casa Menotti per celebrare i 10 anni del premio “Una Finestra sui Due Mondi”, promosso da Monini. Oggi, grazie alla volontà di Monini, quello spirito rivive nelle sale del palazzetto quattrocentesco affacciato su piazza Duomo, in uno degli scorci più suggestivi d’Italia, dove grandi star e talenti di oggi – John Malkovich, Michail Baryšnikov, Willem Dafoe, Tim Robbins, Juliette Gréco, Alba Rohrwacher, Victoria Thierrée Chaplin, Adriana Asti, tra gli altri – dialogano metaforicamente con il gotha della cultura del ‘900. In queste stanze sono infatti passate personalità che hanno segnato la nostra storia, da Ezra Pound, immortalato alla finestra in uno struggente bianco e nero corroso dal tempo, a Ungaretti, da Allen Ginsberg a Luchino Visconti, da Quasimodo a Polanski.
La mostra fotografica, che sarà aperta gratuitamente al pubblico per tutta la durata del Festival dei 2 Mondi (28 giugno – 13 luglio 2019) e oltre, perché sarà aperta per tutta l’estate fino a 29 settembre, si compone di 23 ritratti, tra cui 18 “moderni” – dei vincitori di questi anni del Premio, versione Big e Giovani talenti, che per tradizione vengono immortalati alla finestra di Casa Menotti subito dopo la cerimonia di premiazione – e 5 d’epoca provenienti dall’archivio fotografico della Casa – Museo. Immagini storiche, suggestive, emozionali, testimoni privilegiate di un pezzo di storia del Paese, ma anche del profondo intervento di recupero realizzato da Fondazione Monini per preservare un patrimonio che fa parte della nostra cultura. L’opera di restauro del palazzo quattrocentesco è ben visibile nel confronto tra gli scatti d’antan e i ritratti moderni, che incorniciano una facciata tornata al suo splendore originario. La Galleria dei “Ritratti alla Finestra” si snoda lungo i tre piani di Casa Menotti: dall’ingresso alla Casa – Museo, salendo al primo piano – interamente dedicato alla storia del Festival – continuando al secondo – dove si trovano ancora sapientemente dosate vestigia della casa originariamente abitata dal Maestro, come il suo pianoforte Steinway e la stanza da letto che ospita ancora i suoi spartiti. Un’occasione insomma per immergersi nell’atmosfera del Festival che spegne 62 candeline quest’anno, forte di una ritrovata grandezza internazionale, grazie all’egregio lavoro e dedizione di Giorgio Ferrara da 11 anni Direttore Artistico, e visitare uno dei luoghi simbolo di una manifestazione che ha dato e che continua a dare lustro a Spoleto, all’Umbria e all’Italia.
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