Un progetto che congiunge lo spettacolo dal vivo con la valorizzazione dei beni culturali e con le nuove tecnologie declinate nella fruizione specifica dell’audio in cuffia, per cercare la memoria antica dei luoghi e farla rivivere in un immaginario contemporaneo: parliamo di Memorie Antiche con il Teatro Mobile – Drammaturgie d’ascolto e nuove percezioni. La rassegna ideata da Teatro Mobile, realizzata in partnership con Illoco Teatro, prevede l’innovativa formula del teatro in cuffia per garantire eventi a impatto zero – senza scenografie o illuminazione aggiuntiva e privi di impatto acustico – rispondendo così alle esigenze di tutela e rispetto dei luoghi oltre che ai bisogni dello spettatore-visitatore. Marcello Cava, direttore artistico della rassegna, ha risposto alle nostre domande sulla nascita del progetto e su questa edizione 2022.
Da dove nasce l’idea di coniugare lo spettacolo dal vivo con la valorizzazione dei beni culturali?
Da anni di teatro pensato per i luoghi che ci ha portato, a Roma ma anche in altri luoghi italiani a pensare al teatro come modo per valorizzare i luoghi antichi e moderni, storici, artistici, archeologici del nostro immenso patrimonio.
Uno spettacolo che si fa mobile attraverso il tema del viaggio tra memorie antiche e contemporanee. Dove arriva lo spettatore al termine di ogni viaggio?
La risposta del nostro pubblico, dei nostri fruitori-visitatori-spettatori, è sempre sorprendente. Nella sua grande semplicità i nostri eventi sono molto coinvolgenti, emozionalmente ed intellettualmente.
La tecnologia è il vero mezzo per compiere questo viaggio. È questa la chiave per riavvicinare la gente alle memorie antiche?
L’uso della tecnologia moderna è la chiave. In modo semplice senza troppa “virtual art” daimo al fruitore strumenti innovativi per percepire e vivere l’evento in modo sperimentale ed innovativo.
Memorie Antiche con il Teatro Mobile chiude la rassegna di spettacoli con temi molto attuali. Lo si fa sempre attingendo da storie del passato come quella de “Le supplici”, il testo di Eschilo, debuttato nel 463 a.C. ad Atene, che, ancora oggi, ci mette di fronte a un coro di donne richiedenti asilo, ponendo la domanda se accoglierle. È forse questo il modo per riflettere al meglio su tematiche antiche, ma sempre più attuali?
L’attualità del testo inscenato da ILLOCO la compagnia teatrale partner del nostro progetto è sconcertante. Sentire parole di 2500 anni fa che sembrano scritte oggi. È questo davvero il senso di tutto il nostro progetto: l’idea che la memoria antica, dei testi e dei luoghi, parli al nostro cuore, oggi più che mai….
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