19 milioni di persone in tutto il mondo vedono 170 mila artisti replicare 79 mila spettacoli in oltre 240 festival in tutto il mondo. Questi sono i numeri del Fringe, la più grande rete di festival dedicati alle arti performative di cui fa parte anche il Roma Fringe Festival.
Un po’ di storia
Tutto ha inizio nel 1947, quando un gruppo di compagnie teatrali scartate dalla selezione del prestigioso Festival Internazionale di Edimburgo, decidono di creare una proposta teatrale alternativa sfruttando la grande affluenza di spettatori giunti nella capitale scozzese per assistere agli spettacoli “ufficiali”. Nacque così l’Edinburgh Fringe Festival, a tutt’oggi il festival delle arti più grande del mondo.
Nel corso degli anni, dalla prima cellula di Edimburgo sono nati centinaia di altri Fringe in tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’Australia, dalla Nuova Zelanda all’Europa passando per l’Asia: un fenomeno globale, caratterizzato da uno spirito di indipendenza e nuova proposta. Il nostro paese, con la sua lunga tradizione teatrale, non poteva rimanerne estraneo.
Il Fringe della capitale
ll Roma Fringe Festival, patrocinato dalla World Fringe Society, è nato nel 2012 e negli ultimi anni è diventato un punto di riferimento per tutti quegli artisti e compagnie indipendenti che, non avendo grandi realtà produttive alle spalle, difficilmente riescono a segnalarsi sulla scena nazionale. Nel Fringe trovano una reale possibilità di far conoscere al pubblico i propri progetti.
Dall’anno di nascita, il Roma Fringe Festival è stato ospitato in alcuni dei luoghi più importanti e suggestivi della capitale, tra cui Castel Sant’Angelo e Villa Ada, facendo registrare un crescente interesse da parte del pubblico. Dal 2019 il festival si svolge nei locali del Mattatoio – La Pelanda a Testaccio, una location prestigiosa in uno dei quartieri più vivaci della città. Il cambio di sede è stato accompagnato da un’altra scelta: da appuntamento estivo, il Roma Fringe Festival è diventato evento invernale. L’obiettivo è di porre l’attenzione sulla proposta teatrale differenziandola dai molti importanti appuntamenti offerti dall’estate romana.
6 – 17 gennaio, queste sono le date del Fringe 2020, in cui si potranno vedere in scena quattro spettacoli al giorno alternati su due palchi, con la finale prevista per il 24 gennaio al Teatro Vascello. Durante la serata conclusiva la giuria, presieduta da Manuela Kustermann e composta da personalità di primo piano della scena teatrale e culturale italiana come Italo Moscati, Ferruccio Marotti, Pierpaolo Sepe, Valentino Orfeo e Ulderico Pesce, sceglierà tra i tre finalisti il Miglior Spettacolo di questa 8° edizione.
Roma Fringe Festival: i premi
Il premio per lo spettacolo vincitore consiste in una tournée di 12 date in tutta Italia con debutto al Teatro Vascello di Roma, una grande occasione per un artista o una compagnia indipendente di far conoscere il proprio lavoro a una platea nazionale e internazionale. Sì, perché oltre alla tournée italiana, il vincitore potrà accedere a uno dei Fringe internazionali come quello di Parigi o di San Diego.
Un bottino piuttosto ricco per chi si aggiudicherà la finale, ma anche per tutti gli altri partecipanti il festival rappresenta una importante opportunità sia di visibilità (assicurata dal Brand Ambassador Fringe) che di guadagno sull’incasso del biglietto, un aspetto che nessun artista indipendente probabilmente sottovaluterà.
Il bellissimo spettacolo che nell’edizione 2019 ha messo d’accordo la giuria aggiudicandosi il premio finale, Pezzi, si vive per imparare a restare morti tanto tempo, ha debuttato lo scorso 12 novembre al Teatro Vascello con grande successo di pubblico e critica, inaugurando così la sua tournée premio. Lo spettacolo che ha vinto l’edizione romana 2016, 98/41 Rukeli di Farmacia Zoo:È, si è portato a casa anche i premi come Miglior spettacolo drammatico e miglior attore al San Diego International Fringe Festival.
Questi successi sono una testimonianza della qualità che il nostro teatro indipendente è in grado di esprimere, a cui il Fringe vuole dare risalto con un impegno che non si esaurisce nella durata del festival, ma continua anche nei mesi (spesso anche negli anni) a venire.
Il Roma Fringe Festival e l’importanza della collaborazione
Per un festival che non percepisce soldi pubblici, la partecipazione dei 12 teatri in tutta Italia (tra cui il Vascello), che hanno aderito al progetto di Zona Indipendente e che ospiteranno lo spettacolo vincitore per la stagione 2020/2021 è stato fondamentale. La tournée premio è possibile grazie alla loro collaborazione e questo dà la prova di quanto sia necessario fare rete tra gli operatori per far emergere quelle realtà, il cosiddetto “terzo teatro”, vivaci, animate e spesso sorprendenti, che però hanno difficoltà a uscire fuori.
Il Roma Fringe Festival è per loro.
Accanto alla programmazione degli spettacoli, il Roma Fringe Festival promuove delle giornate di studio per discutere sulle politiche del teatro indipendente in Italia. Il Fringe Talk, inaugurato lo scorso anno, anche per questa edizione si avvalerà della direzione del professor Ferruccio Marotti che coordinerà il dibattito. Lo scorso anno hanno partecipato nomi come Anna Bandettini, critica teatrale del quotidiano “La Repubblica”, e la giornalista e scrittrice Katia Ippaso. Anche per quest’anno il Fringe Talk prevede presenze importanti a testimonianza dell’impegno totale del Roma Fringe Festival a sostegno del teatro indipendente.
Per iscriversi all’edizione 2020 c’è poco tempo. La scadenza per partecipare alla fase di selezione, per le tante richieste ricevute, è stata prorogata alla mezzanotte del 18 novembre. Il bando è disponibile sia in italiano che in inglese sul sito www.romafringefestival.it. C’è da segnalare che la quota d’iscrizione è decisamente contenuta rispetto alle opportunità offerte.
Quindi, cari artisti e compagnie indipendenti che lottate ogni giorno per far conoscere il vostro lavoro, cosa state aspettando?
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